Dopo le proteste dei consiglieri regionali del Pd, del deputato Luciano D’Alfonso e di ALI Abruzzo, la Giunta regionale ha deciso di ritirare e poi ripubblicare il bando da 8,2 milioni di euro destinato ai Comuni con meno di 30mila abitanti. A scatenare le critiche è stato il criterio cronologico adottato per l’assegnazione dei fondi: chi protocolla prima la domanda ottiene il finanziamento fino all’esaurimento delle risorse.
Opposizioni e associazioni degli enti locali hanno denunciato un sistema che favorirebbe i Comuni già informati, penalizzando invece i territori meno pronti. Dopo le polemiche, l’assessore ai Lavori Pubblici Umberto D’Annuntiis ha difeso la scelta, sostenendo che il metodo “a sportello” garantisce imparzialità e parità di condizioni: «Nessun favoritismo, chi rispetta i requisiti accede ai fondi».
Il nuovo avviso, ora online sul sito della Regione Abruzzo, scadrà il 22 ottobre e permette ai Comuni sotto i 30mila abitanti di presentare una sola istanza fino a 500mila euro per progetti di rigenerazione urbana, efficientamento energetico e infrastrutture sociali.
Tuttavia, la ripubblicazione non ha placato le accuse. Il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci (Pd) parla di «bando costruito per favorire pochi Comuni amici», mentre il presidente di Uncem Abruzzo, Lorenzo Berardinetti, chiede che «una quota delle risorse sia destinata ai piccoli centri montani» e critica la mancanza di criteri di priorità: «La sensazione è che qualcuno sapesse in anticipo».
Stamattina, nel frattempo, si è tenuta una conferenza stampa durante la quale il movimento Patto per l'Abruzzo ha annunciato l’intenzione di approfondire la vicenda e chiedere chiarimenti alla Giunta regionale, con l’obiettivo di «fare piena luce su una procedura che rischia di minare la fiducia dei Comuni nelle istituzioni».