Dal prossimo anno a Pescara sarà attiva una nuova “stazione di posta” destinata alle persone senza fissa dimora, finanziata con i fondi del Pnrr e collocata nei pressi della stazione ferroviaria centrale. La struttura offrirà 25 posti letto, mentre un secondo presidio, allestito nell’ex foresteria di Pianella, ne metterà a disposizione altri 8. Per l’affidamento della gestione, il Comune ha pubblicato un avviso rivolto agli enti del Terzo Settore, sia singoli che in forma associata, che potranno presentare la propria candidatura entro le ore 13 del 27 agosto.
«Questa iniziativa rappresenta un ulteriore passo nella strategia che stiamo portando avanti per contrastare la povertà e favorire l’inclusione sociale, in linea con le finalità del Pnrr», ha dichiarato il sindaco Carlo Masci. Le “stazioni di posta” saranno strutture integrate con i servizi sociali territoriali, pensate per offrire non soltanto un letto ma un’accoglienza più ampia. Le persone in condizione di marginalità estrema avranno infatti accesso a un front office, alla presa in carico e all’orientamento verso i servizi sociali, oltre che a spazi per l’igiene personale, al deposito bagagli, alla distribuzione di generi essenziali come alimenti, abbigliamento e kit igienici, e al collegamento con la rete di servizi presente sul territorio.
«Non si tratta di un aiuto sporadico – ha aggiunto Masci – ma di un’assistenza globale, strutturata e personalizzata, resa possibile dal lavoro di professionisti e realtà specializzate». L’investimento complessivo ammonta a 171 mila euro fino al 30 giugno 2026 e il servizio prenderà il via a gennaio, mentre nel frattempo saranno predisposte sistemazioni temporanee per i senza dimora.
L’assessore alle Politiche sociali, Adelchi Sulpizio, ha sottolineato che l’iniziativa si inserisce in un percorso più ampio, che comprende anche i progetti di Housing First finalizzati a garantire una casa stabile e a favorire l’inserimento lavorativo delle persone senza dimora. «Il nostro obiettivo – ha concluso – è costruire percorsi di inclusione che vadano oltre l’assistenzialismo».