Bentrovati amici teatini, oggi ho deciso di compiere un gesto tanto contemporaneo quanto arcaico: il picnic, e non in una radura sperduta, ma nella ns amata città.
Una performance che richiede preparazione, consapevolezza e la scelta del palcoscenico adatto, perché dove stendi la tua coperta a quadretti dice al mondo chi sei, o chi vorresti essere. Siete tipi da Villa Comunale, con il vostro cestino di vimini e la posa per Instagram? O da Parco Obletter, più pratici, con la busta del supermercato e la fame vera.
Atto I: la Villa Comunale – Il Trionfo dell'Estetica
Se il vostro picnic è un accessorio del vostro outfit, se l'obiettivo non è tanto nutrirsi quanto produrre contenuti, allora la vostra meta è una sola: la Villa Comunale di Chieti Alta, non chiamatelo parco, per carità è "la Villa" un'istituzione.
Nata come giardino privato di un barone ottocentesco che evidentemente aveva buon gusto e ottimi architetti, la Villa è stata poi magnanimamente concessa al popolo, e il popolo, da allora, la usa per le tre attività fondamentali della vita di provincia: il passeggio, il corteggiamento e, oggi, il picnic performativo.
La Scenografia: qui tutto è studiato per essere impeccabile, terrazzamenti, laghetti con ponticelli che paiono usciti da un quadro preraffaellita, alberi secolari che offrono un'ombra aristocratica, e poi, il pezzo forte: il belvedere. Una terrazza da cui la Maiella ti si para davanti così perfetta che sembra un fondale dipinto, messo lì apposta per nobilitare i vostri selfie mentre addentate un tramezzino.
Logistica per aspiranti aristocratici: arrivare è facile, sopravvivere alla ricerca del parcheggio un po' meno. Potete prendere un autobus e sentirvi ecologisti, oppure tentare la sorte con l'auto. Ma non preoccupatevi, la fatica sarà ricompensata dalla sensazione di aver conquistato il vostro posto al sole, o meglio, all'ombra di un cedro del Libano, l'ingresso è gratuito e aperto sempre, perché la bellezza, si sa, non ha orari.
Atto II: Il Parco Obletter – la Rivincita del Pragmatismo
Scendiamo ora a Chieti Scalo, nel regno della praticità, qui, se parlate di "Villa", vi indicano quella di un parente. Il polmone verde di riferimento è il Parco Obletter. E sì, questo è un parco, senza fronzoli, senza pretese, ma con una solida onestà di fondo.
Nato come oasi di protezione faunistica negli anni '80, il Parco Obletter è la risposta della Chieti che produce a quella che contempla. È il luogo dove le famiglie portano i bambini a sfogarsi dopo la scuola e dove gli studenti universitari cercano una tregua tra un esame e l'altro.
La Scenografia: dimenticate i giardini all'italiana, qui il verde è più spontaneo, a tratti ribelle, ma è un luogo che sta vivendo una seconda giovinezza. L'amministrazione, con lodevole pragmatismo, ha capito che la gente allo Scalo vuole sedersi e mangiare in pace, e così vi hanno sistemato tavoli e panche da picnic, giochi nuovi per i bambini e persino una riqualificazione della vecchia, gloriosa pista di pattinaggio.
Il Rito del Picnic: qui il cestino di vimini verrebbe guardato con sospetto, si arriva con le buste della spesa, la pizza al taglio nel cartone, la bottiglia d'acqua da due litri. Il picnic all'Obletter non è una performance, è un pasto. Non si posa per la foto, si mangia. È il regno della tovaglia di carta e del panino con la cotoletta. È un'esperienza autentica, quasi rivoluzionaria nella sua normalità, è il posto dove si va con gli amici di sempre, quelli che ti hanno già visto con la maionese sulla maglietta.
Logistica per Eroi del Quotidiano: arrivare qui è semplice, il parcheggio si trova, l'ansia da prestazione è a zero, l'ingresso è gratuito, come è giusto che sia per un servizio al cittadino e non per un monumento, ma soggetto agli orari di apertura di prima mattina fino ad appena prima di cena o fino a quando riuscirete a scavalcare il recinto. È il luogo perfetto per chi crede che un picnic sia, in fondo, solo un modo piacevole per non dover lavare i piatti a casa o pagare troppo per un aperitivo consumistico.
Dunque, siete da Villa Comunale, dove il panorama è più importante del panino? O da Parco Obletter, dove il panino è l'unica cosa che conta?
Nel dubbio io li frequento entrambi, ma sempre sotto mentite spoglie fino a quando qualcuno di voi non scoprirà la mia vera identità!
Saluti, dal vs #LiberalChic