Fine vita, il Consiglio regionale dell'Abruzzo dice no



di Redazione
Categoria: ABRUZZO
20/06/2025 alle ore 08:48



Bocciata in aula la prima iniziativa popolare discussa in Regione. Il centrosinistra vota a favore, ma la maggioranza ferma il testo. Il tema torna al centro del dibattito pubblico.

 

Il Consiglio regionale dell’Abruzzo ha respinto la proposta di legge sul fine vita, nata da un’iniziativa popolare sostenuta dall’associazione Luca Coscioni. Si trattava della prima volta che uno strumento di democrazia diretta arrivava all'esame dell’assemblea abruzzese. Un voto che segna uno spartiacque, non solo per la portata simbolica dell’atto, ma anche per il tipo di dibattito etico e politico che ha riaperto nella regione.

Il progetto, promosso all’interno della campagna nazionale “Liberi Subito”, chiedeva di garantire percorsi assistiti e regolamentati per i cittadini che, in condizioni estreme di sofferenza, desiderano porre fine alla propria vita secondo quanto già previsto da sentenze della Corte costituzionale.

A bloccare la proposta sono stati i voti contrari della maggioranza di centrodestra, che ha motivato il no sostenendo che il tema sia di competenza esclusiva dello Stato e non possa essere regolato su base regionale. Diversa la posizione del centrosinistra, che ha espresso voto favorevole, sottolineando l’urgenza di dare una risposta a una richiesta che arriva direttamente dai cittadini.

“Il Consiglio regionale ha perso un’occasione per aprire un dibattito serio e rispettoso su un diritto fondamentale”, hanno commentato alcuni esponenti dell’opposizione al termine della seduta.

Nonostante la bocciatura, il risultato politico è tutt’altro che secondario. La discussione ha riacceso l’attenzione sull’autodeterminazione individuale, tema su cui il Parlamento nazionale è da anni in stallo. L’uso per la prima volta dell’iniziativa popolare in Abruzzo dimostra una crescente mobilitazione della società civile, pronta a chiedere ascolto attraverso strumenti democratici diretti.

L’associazione Luca Coscioni, promotrice della proposta, ha già annunciato che continuerà a sostenere analoghe iniziative in altre regioni e a esercitare pressione perché la questione venga calendarizzata a livello nazionale.

In Abruzzo, intanto, resta il segnale di un confronto che divide le forze politiche e interroga le coscienze.