Il dibattito si accende a Chieti intorno alla delibera proposta dalla maggioranza, al vaglio del consiglio comunale, che potrebbe bloccare il progetto di realizzare una cittadella giudiziaria nell’ex ospedale San Camillo. Il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, sostenitore della cittadella, ha dichiarato di essere disponibile al dialogo e ad effettuare sopralluoghi congiunti insieme al sindaco Diego Ferrara. Tuttavia, ha sottolineato l’importanza di evitare decisioni unilaterali o azioni forzate che potrebbero compromettere altre soluzioni, avvertendo che, in caso di atti imposti, sarebbe costretto a ricorrere a vie legali per salvaguardare gli interessi e il patrimonio della Asl.
Sul tema si sono espresse anche le opposizioni. Filippo Di Giovanni, in rappresentanza del gruppo Teti, ha evidenziato che una questione così rilevante per la città richiede un confronto più ampio e costruttivo. Ha proposto di ritirare la delibera e di istituire un tavolo prefettizio, coinvolgendo tutte le parti interessate per un dialogo più sereno. Luca Amicone del Movimento 5 Stelle, dal canto suo, ha ribadito che il voto sarà deciso in coscienza e in base a ciò che ritiene più utile per la comunità cittadina. Anche la deputata Daniela Torto e l’assessore Fabio Stella hanno espresso la necessità che decisioni di questa portata siano prese tenendo conto della volontà della città di Chieti, senza imposizioni esterne.
Diversa invece la posizione di Chieti Viva, con il capogruppo Giampiero Riccardo che ha annunciato voto contrario alla delibera, descrivendo il trasferimento del tribunale nell’ex San Camillo come una soluzione più sostenibile e in grado di garantire una visione dinamica per la città. Forza Italia, per bocca del segretario provinciale Daniele D’Amario, ha elogiato la proposta sostenuta dalla Regione, definendola un progetto strategico che permetterebbe di dotare Chieti di una struttura moderna e funzionale, rivalorizzando al contempo una zona cruciale della città. Anche Serena Pompilio, di Azione Politica, ha invitato a un approfondimento ulteriore con un consiglio straordinario, coinvolgendo figure istituzionali come il Rettore, il presidente del tribunale e il Procuratore capo.