Tessera Pd al presidente D'Angelo, si apre il caso politico


La richiesta di adesione al partito ha animato l'ultimo direttivo provinciale teramano divaricatosi tra favorevoli e contrari. Ecco il perchè



Categoria: ABRUZZO
25/06/2024 alle ore 12:51



E’ un tema politico che anima il Partito democratico teramano, l’attribuzione della tessera a Camillo D’Angelo, il presidente della Provincia di Teramo noto per le “geometrie variabili” in tema di accordi politici anche se ufficialmente il suo perimetro è di centrosinistra. “Ufficialmente”, appunto. Un esempio eclatante delle incursioni fuori perimetro fu l’accordo con il sindaco di Giulianova Jwan Costantini (all’epoca segretario della Lega) che lo fece votare come presidente della Provincia, fino ad arrivare alle più recenti elezioni amministrative dove Camillo D’Angelo a Mosciano ha sostenuto la candidatura a sindaco di Luca Lattanzi (consigliere provinciale tesserato con il Pd), spaccando di fatto il partito che invece ha appoggiato il sindaco uscente Giuliano Galiffi (sempre del Pd).

Sempre in tema di equilibrismi azzardati, le indiscrezioni consegnano più di una interlocuzione di D’Angelo con pezzi del centrodestra, per ribaltare gli equilibri di società politicamente “appetibili” quali la governance del Ruzzo, la società acquedottistica, o il Bim, il consorzio dei comuni del Vomano e Tordino. D’Angelo è sicuramente un player scomodo, ma che a suo modo si prende il primo piano e il Pd provinciale lo sa. Tanto che nell’ultimo direttivo provinciale, seppure non fosse tra gli ordini del giorno, il tema sull’accettazione della tessera di D’Angelo (che il presidente ha formalizzato con una mail), ha tenuto banco. Anche per la modalità formale scelta per la richiesta di iscrizione senza passaggi interlocutori con i vertici della segreteria. Il segretario provinciale Possenti di fatto avrebbe raccolto le posizioni individuali senza ufficializzare , per il momento una linea di partito. Le indiscrezioni parlano di un’area più a sinistra del Pd (rappresentata per intenderci dall’ex presidente della Provincia Renzo Di Sabatino, ndr), che ritiene non si debba accogliere la richiesta per via dei trasversalismi di D’Angelo con il centrodestra. Poi ci sarebbe l’ala più moderata del partito che invece, proprio per impedire al presidente di orchestrare trame fuori dal perimetro, ritiene di dover reggimentale D’Angelo all’interno del Pd in modo da vincolarlo a una linea di partito e in qualche modo “disciplinarlo”.
Un rapporto di “odio amore” quello di D’Angelo (di cui si vocifera tiri dritto verso il seggio elettorale alla Camera alle politiche 2027) con il partito della Schelin visto che già in passato il presidente fece la tessera, per poi prendere le distanze. Del resto come lo stesso D’Angelo ha avuto modo di rispondere davanti alle telecamere di Super J, sollecitato sui sui sentimenti verso il Pd e sulle sue ambiguità politiche ha detto: «E’ il Pd che a volte non sostiene il Pd. Io ho sempre votato il Partito Democratico, ma a volte la casa non si ritrova dove la si è lasciata».

Piergiorgio Possenti, segretario provinciale del partito, smorza la portata del fermento politico in corso su questa richiesta, riconducendola a una naturale attenzione la richiesta innesca dovuta al fatto che la richiesta di tesseramenti non proviene da un qualsiasi cittadino, ma da una istituzione importante quale la presidenza della Provincia. «Il partito non fa le analisi di compatibilità per rigettare nessuno - ha detto Possenti. Altra cosa sarebbe se la richiesta provenisse da un esponente di Fratelli d’Italia. Non c’è alcuna divisione in corso, solo un naturale percorso politico che nasce nel momento in cui una giura istituzionale come D’Angelo fa richiesta di tesseramento. E’ un ragionamento del tutto naturale che si incardina anche con la fase congressuale, ma senza clamori. Del resto Solo a marzo si è chiusa la campagna tesseramento del 2023, c’è tutto il tempo per fare le dovute riflessioni»