Dal viagra al vaccino è un Pfizer. Che non è uno starnuto, ma l’azienda farmaceutica che (forse) ci libererà dal virus venuto dalla Cina.
Un successo che bisserebbe il trionfo che ne garantì la sopravvivenza economica nonché l’eterna gratitudine del maschio planetario.
È questa la seconda good news che il mondo dei liberalmente buoni aspettava.
La prima, ovviamente, è stata l’annuncio della sconfitta dell’orrido Trump, divulgata non dall’ufficio elettorale, ma dalla Cnn. Fatto che ha ringalluzzito tanti saputi di questa fetta di Occidente inebetito dalla pandemia.
Il vaccino così diventa virale e centrale, scala le borse e spande ottimismo. E anche se i leader mondiali più influenti (e avveduti) attendono pazienti che siano i risultati ufficiali a dire chi ha vinto la corsa alla Casa Bianca, nell’Europa genuflessa è tutto un fiorire di entusiasmi e di “non vedo l’ora di lavorare insieme” al caro “sleepy” Joe.
Somministrata la sconfitta al riporto biondo che ha fatto impazzire il mondo, l’annuncio del salvifico vaccino non è un caso, piuttosto il segno di una scelta precisa di quel Deep State di cui il marito di Melania non è riuscito a liberarsi.
Pfizer ufficializza infatti la “scoperta” giusto una settimana dopo che l’election day consegna -tramite strillo della tv via cavo della WarnerMedia- la vittoria postale a Biden cui, appunto, riesce la mandrakata di ingoiare in un nonnulla i 750mila voti di vantaggio che il malefico Donald aveva raccolto in Pensilvania.
Le buone notizie però finiscono qui. Poiché
quel cocciuto del Tycoon assedia gli Stati in bilico coi suoi avvocati, continua a dire che “la gente non accetterà queste elezioni truccate” e, soprattutto, non concede la vittoria.
Fatto ignorato dai giornaloni italiani (tutti) e che invece mette in ambasce Cnn, Ap e tutti i sinceri liberal statunitensi i quali ben sanno come proprio su quella clausola stravagante poggi il loro sistema di voto.
Biden spera, Trump tiene duro. Dal viagra al vaccino è un Pfizer!