Bagnini limitati nel salvare vite in spiaggia


Lo dice il documento redatto da Inail e Iss


di Elisa Leuzzo
Categoria: ITALIA
19/05/2020 alle ore 12:55



In un momento difficile, com’è ormai consuetudine in Italia, arrivano disposizioni assurde da ogni dove.

Questa volta da parte dell’Inail, attraverso il documento tecnico sull’analisi di rischio e le misure di contenimento del contagio in spiaggia.

Il documento, insostenibile e non ancora condiviso con il Governo, fortunatamente, è stato redatto su fonti non legittimate a esprimere pareri in materia di misure scientifiche di prevenzione anti Covid19 sulle spiagge.

Per fortuna non si tratta di misure ufficiali, ma solo di indicazioni e suggerimenti. Ma visto che vengono da due enti autorevoli, Inail e Iss (Istituto superiore di sanita'), e hanno fatto infuriare gli imprenditori balneari, il fatto che siano state elaborate e presentate, con tanto di via libera da parte del comitato tecnico-scientifico, fa temere che il governo possa confermarle.

Le indicazioni prevedono eccessi come il distanziamento di 5 x 4,5 metri tra ombrelloni ma a lasciare a bocca aperta sono soprattutto le regole per il servizio di salvamento.

Afferma infatti l’Inail: «Per quanto concerne l’attività di salvamento in mare svolta dal “bagnino” o comunque di primo soccorso nei confronti dell’utenza, è da rilevare la necessità – stante la modalità di contagio da SARS-CoV-2 – di attenersi alle raccomandazioni impartite dall’Italian Resuscitation Council (IRC) nonché dall’European Resuscitation Council (ERC) nell’esecuzione della rianimazione cardiopolmonare, riducendo i rischi per il soccorritore (nella valutazione del respiro e nell’esecuzione delle ventilazioni di soccorso), senza venire meno della necessità di continuare a soccorrere prontamente e adeguatamente le vittime di arresto cardiaco. In attesa di nuove evidenze scientifiche, si raccomanda di valutare il respiro soltanto guardando il torace della vittima alla ricerca di attività respiratoria normale, ma senza avvicinare il proprio volto a quello della vittima e di eseguire le sole compressioni (senza ventilazioni) con le modalità riportate nelle linee guida».

In poche parole, l’Inail preferisce lasciar morire una persona con sindrome da annegamento, piuttosto che far correre il rischio al bagnino di contagiarsi.

Un documento che ha generato incertezze e molta confusione tra gli imprenditori turistici balneari e su cui, Federbalneari intende inviare le proprie osservazioni al Governo e sta valutando la possibilità di chiedere i danni economici.

"Insostenibili le linee guide di Inail e Iss, perché non tenendo in alcun modo conto delle differenze territoriali, imprenditoriali e ambientali che contraddistinguono il settore turistico balneare italiano, - ritiene Federbalneari - sono misure calate dall’alto senza alcuna aderenza alla realtà che, tra l’altro, sta dimostrando una grande senso di responsabilità da parte degli italiani. Nel nostro paese si passa da strutture con 40 mila metri quadri di superficie a disposizione a strutture con 500 metri quadrati: non è possibile applicare indistintamente delle linee guida che non tengono contro delle differenze e peculiarità di ciascun territorio. Federbalneari Italia chiede, quindi, che si applicato il principio di deroga alle Regioni e ai Comuni nell’identificazione delle linee guida e rimane in attesa di un confronto con il ministro Franceschini e il sottosegretario Bonaccorsi per chiarire tutti gli aspetti della questione. Solo in questo modo sarà possibile evitare che la stagione 2020, se e quando partirà, non sia ricordata come l’ultima prima del default definitivo di migliaia di imprese".