I lavoratori che a partire da maggio di quest’anno hanno già compiuto 63 anni d’età e hanno 20 anni di contributi potranno andare in pensione fino a tre anni e sette mesi prima del tempo, chiedendo un prestito alle banche. E’ quanto prevede il decreto sull’Ape volontaria, firmato questa mattina dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. L'Anticipo pensionistico volontario è di fatto un vero e proprio prestito che viene erogato in 12 mensilità per un minimo di sei mesi e fino alla maturazione della pensione vera e propria. Possono richiederlo i lavoratori dipendenti pubblici e privati, gli autonomi e gli iscritti alla Gestione separata. Restano invece esclusi i liberi professionisti che sono iscritti alle casse professionali. La somma ottenuta da banche o assicurazioni dovrà poi essere restituita in 260 rate ventennali, con una trattenuta sulla pensione, a meno che non si decida di estinguere anticipatamente il debito. Per ottenere l'Ape volontaria bisogna avere almeno 63 anni di età e 20 anni di contributi e aver maturato una pensione non inferiore a 1,4 volte il minimo previsto dall’Inps. Il decreto firmato oggi da Gentiloni è retroattivo, per cui coloro che hanno maturato i requisiti a partire dal primo maggio potranno richiedere entro 6 mesi tutti gli arretrati. “Grazie all'Ape volontaria molti italiani potranno andare in pensione prima – ha scritto su Facebook Maria Elena Boschi, sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio - Ne potranno usufruire i lavoratori dipendenti pubblici e privati, i lavoratori autonomi e iscritti alla gestione separata dell'Inps. Una misura prevista nei mille giorni, frutto dell'ascolto delle necessità di tanti cittadini. C'è una politica che parla e una politica che fa del suo meglio per portare avanti ogni giorno un vero cambiamento nella vita delle persone". Ma il segretario confederale della Cgil Roberto Ghiselli ha replicato: “l'Ape volontaria non è un anticipo di pensione, contrariamente a quanto affermato dalla ministra Boschi, ed è tutt'altro che operativa. Si tratta di un prestito bancario oneroso per i lavoratori, che dovrà essere restituito per intero con tanto di costi per interessi e garanzie assicurative. È bene inoltre ricordare che l'Ape volontaria è tutt'altro che operativa, mancando ancora la registrazione della Corte dei Conti, la pubblicazione, la circolare Inps e, soprattutto, le convenzioni con il sistema bancario e assicurativo, con tutte le insidie che ciò può nascondere soprattutto in termini di tassi d'interesse da applicare a carico dei lavoratori”. Il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti, invece, ha sottolineato che il suo sindacato è impegnato “nella fase 2 di confronto con il governo ad affrontare gli altri temi sui quali è urgente intervenire per migliorare il nostro sistema previdenziale. In particolare – ha concluso -, il congelamento dello scatto dell’adeguamento all’aspettativa di vita, le pensioni dei giovani, l’eliminazione delle disparità di genere che penalizzano le donne e il rilancio della previdenza complementare".
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