Caro Direttore,
Il prof. Conte sta lavorando ininterrotamente al nuovo esecutivo perché pressato da Mattarella che gli ha ricordato che il tempo a sua disposizione non è illimitato. anzi lo sollecita che entro mercoledì 4 dovrà sciogliere la riserva e giovedì 5 deve esserci il giuramento e il giorno successivo il voto di fiducia del nuovo esecutivo. Se questo non avverrà l'alternativa resta il voto. Intanto decolla la trattativa tra M5s e Pd sul programma del nuovo governo guidato da Conte. E a breve ci sarà un nuovo vertice tra il premier designato, Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti per sciogliere il nodo del vice premier.
Intanto una forte spinta affinché si raggiunga l'intesa per il governo arriva da Beppe Grillo che appoggia il Conte bis, e sconfessa Di Maio e dice: "Abbiamo un’occasione unica; basta parlare di posti e punti, compattiamo i pensieri. Dovete sedervi ad un tavolo e essere euforico perché appertenete a questo momento straordinario di cambiamento. Basta con il posto lo do a chi, e i dieci punti, i venti punti. Sono esausto abbiamo da progettare il mondo e invece ci abbruttiamo, basta". Un messaggio questo rivolto a Di Maio ma anche alla base dei militanti del M5S che saranno chiamati domani a votare sulla piattaforma Rousseau.
E la risposta di Zingaretti non si fa attendere , e risponde all’invito con il seguente tweet: “Caro Grillo, mai dire mai nella vita, cambiamo tutto e rispettiamoci”. Ma all'orizzonte si affaccia uno scontro tra Centro-Nord e Centro-Sud, ciò dovuto a molti mass-media e politologi che già insorgono ponendo all'attenzione "la questione settentrionale”. Accusano prima di nascere il Conte bis perché affermano: “i meridionali si sono impadroniti del Paese occupando tutte le principali posizioni di potere: vedi il Capo dello Stato che è siciliano, il premier che è pugliese, i ministri che nella maggioranza saranno del Mezzogiorno e come si puó evidenziare questo governo che sta nascendo sarà contro il Nord, e per questi motivi dimentichiamoci l’autonomia".
Invece mi trovo d'accordo con Francesco Cancellato che scrive: "L'antipolitica è morta. Ora però facciamo tornare la politica. Il governo giallorosso è la riscossa del Parlamento sul leaderismo, sul potere delle piazze, sulla democrazia dei sondaggi. Ora però Pd e Cinque Stelle hanno una grande sfida di fronte: ridare centralità vera al Parlamento e ai partiti. Come? Col proporzionale e il finanziamento pubblico".
Sul toto ministri, nel nuovo esecutivo Zingaretti punta su nomi nuovi, mentre avanzano le donne come il prefetto di Milano Luciana Lamorgese agli Interni, Anna Ascani del PD alla Cultura o Vice premier, Rossella Muroni già vice presidente di Lega Ambiente all'Ambiente Teresa Bellanova del PD al Lavoro, Lucrezia Reichlin all'Economia, Giulia Grillo alla Salute del M5S e Laura Castelli del M5S allo Sviluppo Economico. Vedremo mercoledì cosa succederà.
Francesco Maria Provenzano