Chissà se l’hanno capito che Matteo Salvini non sta cercando di rompere. Chissà se Di Maio e Conte hanno capito che sta solo cercando di farsi cacciare. E chissà perciò se ventriloquo e pupazzo hanno ben presente in che razza di guai rischiano di andarsi a cacciarsi.
Nell’eventualità l’avessero capito, se hanno compreso che per Salvini sarebbe il migliore dei regali sfoggiare la medaglia di vittima tradita, abbaieranno ancora un po’ alla luna e poi abbozzeranno. Faranno la loro solita parte in commedia continuando pure in vacanza con le punture di spillo e le piccole scortesie. Continueranno a giocare di sponda con Fico e Di Battista ammiccando pure a Repubblica e Espresso e alla loro risibile spystory moscovita. Ovvero il solito giochino dei soliti democratici a singhiozzo: il tentativo di cambiare per via giudiziaria il responso delle urne.
Se invece Di Maio e Conte (ma soprattutto Casaleggio junior) non l’hanno capito, finirà che scaricheranno il truce leghista accusandolo -senza prove, ma col concorso delle fanfare progressiste di ogni dove- di ogni nefandezza e latrocinio.
Così sbaraccheranno questo governo gialloverde, inviso a tutti i Soros del mondo, seppur sempre maggioritario nel Paese, consegnandosi mani e piedi a ‘zeppola’ Zingaretti e ai semprepronti responsabili raccattati ovunque e guidati, magari, dalla non più impresentabile Carfagna.
Ecco, nella sostanza, ove scegliesse di rompere, il M5S eviterebbe certamente lo spauracchio del voto a settembre, ma dovrebbe poi produrre, con quella nuova mirabile compagnia, una legge finanziaria del tutto in controtendenza con quanto promesso sino ad oggi. Per ritrovarsi giustappunto felicemente alleati non solo con chi le elezioni le perse, ma persino coi residui berlusconiani oramai presenti solo nella ridotta del Palazzo. Un cambio di cavallo per durare quanto? Altri sei, otto mesi ancora, forse. Ma che non impedirebbe loro di precipitare verso un voto tanto anticipato quanto scontato, alla fine della primavera 2020.
Voto che, come appare già evidente a chiunque possieda un minimo di fiuto politico, vedrebbe il trionfo in solitaria o in compagnia del tandem Toti/Meloni del Capitano leghista. Comunque la di pensi, un capolavoro di imbecillità politica senza precedenti. Chissà se l’hanno capito.
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