L'Aquila, chi la costruirà?



di Lilli Mandara
Categoria: Maperò
07/08/2017 alle ore 06:31



Chi c’è dietro la ricostruzione, anzi davanti? Chi la ricostruisce, L’Aquila? No, non le risate gli imprenditori gli affari le pastette. Ma il sudore, il lavoro, la fatica. Quella di questi giorni a quaranta gradi. Quella di chi lavora e ingoia polvere e umiliazioni. L’Apperò di questa settimana va agli eroi aquilani, così li hanno chiamati. Anzi, all’eroe. Un uomo che ha perso il lavoro alla Fiat e ora fa il muratore, sotto il sole a picco e con qualsiasi condizione atmosferica: lavorerebbe anche 24 ore al giorno per strappare un sorriso alla moglie e ai figli. Un simbolo. Ma anche lo specchio di una regione a due velocità che annega nei ponti e nelle opere faraoniche la mancanza di strategie per il lavoro e la povertà.
Questa storia l’ha raccontata qualcuno su Facebook, e poi è stata condivisa, amplificata e ha fatto il giro del web. Eccola qui.

“Ieri prima di andare al lavoro, mi sono soffermato a vedere un uomo che veniva innaffiato da un passante con una pompa dell’acqua per trovare refrigerio. Erano le 14 e fuori la temperatura era di circa 41 gradi. Mi sono fermato perché mi ha incuriosito il suo volto. Io stavo semplicemente camminando ed ero un bagno di sudore, mentre lui stava lavorando sotto il sole a temperature proibitive. Ero immobile a vedere la sua sofferenza. Dopo un po’ mi guarda e mi dice: “Studia caro ragazzo, e scappa all’estero, perché la mia è una vita di merda!!!” Gli ho chiesto: “Ma come fai? Ci sono 40′ non si può lavorare in queste condizioni…” Mi ha risposto: “Ieri io e un mio collega siamo svenuti, ci hanno portato all’ospedale con l’ambulanza, ma il mio capo vuole che il mese prossimo sia tutto finito, devo lavorare per forza, altrimenti niente paga. 4 anni fa lavoravo in Fiat, poi mi hanno licenziato perché non serviva più personale. Ho una famiglia con due figli, e mi sono dovuto arrangiare. Oggi faccio il muratore, ma per loro lavorerei anche 24 ore al giorno, per vederli sorridere e stare bene. Ho la schiena a pezzi, e la pelle bruciata dal sole, ma devo farlo…” L’ho salutato augurandogli buona fortuna, e lui mi ha offerto una birra che aveva nel suo frigo termico. L’ho rifiutata, e sono andato a comprargliene altre due al bar vicino. Mi ha ringraziato dicendo: “Sei un bravo ragazzo, ti auguro che la vita ti sorrida sempre…” A quel punto ho ripreso il mio cammino, e nella mia mente avevo impresso continuamente il volto di quel padre di famiglia. Ieri ho incontrato così, per caso, un eroe che nessuno considera. Ci sono persone che si spaccano la schiena, le mani e soprattutto l’anima, per poche centinaia di euro al mese. Non chiamateli muratori… 
Chiamateli semplicemente eroi”

ps: fa pensare a Brecht, questa storia dell’Aquila. Fa pensare a “Tebe dalle Sette porte”

Tebe dalle Sette Porte, chi la costruì ?
Ci sono i nomi dei re, dentro i libri.
Son stati i re a strascicarli, quei blocchi di pietra?
Babilonia distrutta tante volte,
chi altrettante la riedificò ? In quali case,
di Lima lucente d’ oro, abitavano i costruttori?
Dove andarono, la sera che fu terminata la Grande Muraglia,
i muratori? Roma la grande
è piena d’ archi di trionfo. Su chi
trionfarono i Cesari? La celebrata Bisanzio
aveva solo palazzi per i suoi abitanti? Anche nella favolosa Atlantide,
la notte che il mare li inghiottì, affogavano urlando
aiuto ai loro schiavi.
Il giovane Alessandro conquistò l’ India
da solo?
Cesare sconfisse i Galli.
Non aveva con sé nemmeno un cuoco?
Filippo di Spagna pianse quando la flotta
gli fu affondata. Nessun altro pianse?
Federico II vinse la guerra dei Sette Anni. Chi
oltre a lui l’ ha vinta?
Una vittoria ogni pagina.
Chi cucinò la cena della vittoria?
Ogni dieci anni un grand’ uomo.
Chi ne pagò le spese ?

Quante vicende,
tante domande.