Una svolta all’emergenza cinghiali per difendere persone e aziende agricole attraverso la costituzione di un tavolo di emergenza. Lo ha chiesto Coldiretti Abruzzo in occasione della riunione che si è svolta ieri pomeriggio nella sede dell’Assessorato alla Agricoltura di Pescara sulla questione dei cinghiali e dei danni da fauna selvatica che sta assumendo connotazioni critiche, diventando un pericolo sia per l’incolumità delle persone che per le imprese sempre più esasperate e a rischio chiusura.
Per Coldiretti, che ha partecipato all’incontro convocato dall’assessore alle politiche agricole Dino Pepe, è necessario “andare oltre la gestione ordinaria di una problematica diventata straordinaria” che provoca, al solo settore agricolo, oltre tre milioni di danni ogni anno. E a questa stima si aggiungono i danni alle persone, spesso vittime di incidenti stradali o delle incursioni pericolose degli esemplari selvatici nelle case di periferia.
“Una situazione insostenibile che sta provocando peraltro l’abbandono delle aree interne da parte della popolazione, con problemi sociali, economici e ambientali – dice Giulio Federici, direttore di Coldiretti Abruzzo sottolineando che la situazione in estate si aggrava – se fino a qualche anno fa era difficile trovare perfino una foto di cinghiale, oggi, a dimostrazione della gravità del fenomeno, circolano da ogni parte foto e filmati di branchi composti da decine di esemplari anche di oltre 150 chili di peso. Le persone, le aree rurali, i raccolti sono a rischio. Non si può più pensare di risolvere questa emergenza con palliativi o provvedimenti tampone. Perfino la filiera della carne, che fino a qualche tempo fa poteva considerarsi pregiata, ora sarebbe equiparabile ad una produzione in batteria”. Per Coldiretti Abruzzo “non è una questione di risarcimenti ma un fatto di sicurezza delle persone e della vita nelle campagne”. “Chiediamo la costituzione di un tavolo di emergenza gestito dalle Prefetture che potranno fare da cabina di regia coinvolgendo tutte le autorità preposte alla gestione e al controllo del territorio. E’ necessario il coinvolgimento di tutti affinchè nessuno si senta escluso dalla gestione di un problema di natura sociale, non solo agricola”.