La Versione di Garpez: di tutto un po'


Ecco tre ddl che affrontano e risolvono, ciascuno nei rispettivi settori, questioni che attendevano una soluzione da diverso tempo


di Garpez
Categoria: La versione di Garpez
09/04/2019 alle ore 21:19



L'Italia è probabilmente la Nazione con il maggior numero di leggi in vigore. Anzi, sicuramente. Soprattutto in àmbito penale e con le sanzioni tra le più severe. Secondo “Normattiva”, un progetto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, le leggi in Italia sarebbero in tutto circa 75.000. Il numero, però, non tiene conto delle leggi Regionali, di quelle comunali e dei regolamenti di enti e Autorità di cui il nostro Paese è pieno: tra le 150 e le 160mila leggi in vigore. Leggi, decreti legge, decreti legislativi e altri atti numerati. 

Ci sono leggi che hanno oltre 100 anni ed altre poche settimane, leggi che sono ancora in vigore nonostante non vengano mai utilizzate ed altre invece che continuano a modificarsi. Talvolta dicendo tutto ed, apparentemente, il contrario di tutto, confondendo così non soltanto gli addetti ai lavori ma, soprattutto, i cittadini comuni.

Una determinata materia, perché venga regolamentata in maniera completa, deve essere prevista da una legge chiara, concisa e soprattutto efficace. Applicata, cioè, con rigore e determinazione.

Al riguardo desiderio segnalarvi tre disegni di legge pressoché in dirittura di arrivo che hanno lo scopo di affrontare e risolvere, ciascuno nei rispettivi settori, questioni che attendevano una soluzione da diverso tempo.

Anzitutto, il Senato della Repubblica ha approvato in via definitiva il disegno di legge relativo alla inapplicabilità del giudizio abbreviato ai delitti puniti con la pena dell’ergastolo.

La Commissione Giustizia della Camera dei deputati ha, poi, approvato un emendamento al disegno di legge cosiddetto “codice rosso" (che punta a rinforzare la tutela nei confronti delle vittime di violenza domestica e di genere) introducendo un nuovo articolo al codice penale dedicato al reato di “Diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti”. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, si puniranno con la reclusione da uno a sei anni, accompagnata da una multa da 5.000 a 15.000 euro, coloro che, dopo averli realizzati o sottratti, inviano, consegnano, cedono, pubblicano o diffondono immagini o video a contenuto sessualmente esplicito, destinati a rimanere privati, senza il consenso delle persone rappresentate e coloro che hanno ricevuto o comunque acquisito le immagini o i video e che, a loro volta, li diffondano senza il consenso delle persone rappresentate al fine di recare loro nocumento.

Infine arriva la “class action”, in virtù della quale singoli cittadini, ma anche organizzazioni e associazioni, potranno agire, per ottenere la cessazione del comportamento lesivo ed il risarcimento del danno, nei confronti di imprese ed enti gestori di servizi pubblici o di pubblica utilità, relativamente ad atti e comportamenti posti in essere nello svolgimento delle rispettive attività e fatte salve le disposizioni in materia di ricorso per la pubblica amministrazione.

Ora la parola passa ai magistrati.

 

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