Banche, scontro via Nazionale-Commissione Ue (sulla pelle dei correntisti italiani?)


Caso Tercas ancora sugli scudi


di Emma Derossi
Categoria: ABRUZZO
22/03/2019 alle ore 14:43



Nuove polemiche dopo la sentenza sul caso Tercas, sentenza secondo cui il tribunale Ue ha deciso che l’operato della Commissione è stato illegittimo. Nello specifico, il caso vide l’intervento del Fondo di tutela dei depositi (Fitd) nell’operazione di salvataggio della banca, avvenuta nel 2014.

Da tale fondo, infatti, la banca abruzzese ricevette un assegno da 265 milioni per coprire le perdite e consentire l’acquisizione da parte della Popolare di Bari. In quel periodo, tale mossa fu considerata da Bruxelles come aiuto di Stato, visto che fu guidata dal governo con denaro pubblico. Tuttavia, secondo il tribunale Ue la Commissione non ha dimostrato il ruolo dello Stato e l’intervento è stato considerato nell’ambito di una situazione di crisi, attuato quindi, per evitare costi maggiori dettati dalla liquidazione della banca.

Con molta probabilità la Commissione farà ricorso contro questa decisione e ciò potrebbe portare a un cambiamento nella geografia delle euroregole. Il caso ha prodotto un’accesa diatriba tra Commissione europea e Banca d’Italia. L’Esecutivo sta infatti valutando se e come impugnare la suddetta sentenza. A Roma, invece, si è pronti per una richiesta di indennizzo che verrà esaminata dalla Corte europea di Giustizia.

Nel corso di un incontro a Bruxelles, la commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager ha così commentato la vicenda: "Il ragionamento è che dobbiamo sicuramente fronteggiare la decisione del Tribunale in un modo o nell’altro perché riguarda il modo in cui lavoriamo. Quello che ha fatto scattare la risoluzione delle 4 banche è stata una decisione di Bankitalia”.

C’è anche da dire che il caso Tercas è esploso in un periodo in cui era in vigore una comunicazione bancaria diversa (2013) e non vigeva ancora il pacchetto di regole bancarie Brrd, che contempla il contributo di azionisti e creditori in caso di salvataggio di una banca. 
Secondo la Vestager non vi sono legami tra le soluzioni adottate per gli istituti di credito in crisi dopo la direttiva Brrd e il caso Tercas (ad esso precedente). Da ciò si evince che la Commissione, probabilmente, avrebbe comunque preso la stessa decisione, anche se fossero state in vigore le suddette regole bancarie. 
Nel frattempo Bankitalia ha osservato come la posizione di Bruxelles alla fine del 2015 abbia reso fattivamente impraticabile l’intervento preventivo di risanamento da parte del Fitd. 

A conferma della sua tesi, la Banca d’Italia ha sottolineato che nel novembre 2015 Bruxelles era ferma sulle stesse posizioni già assunte ad agosto, quando aveva posto un divieto sull’attivazione del Fitd per Carife e Banca Marche in attesa di una decisione formale. E fu sempre in quel periodo che la Commissione aveva messo in chiaro l’impossibilità di attuare interventi di ricapitalizzazione da parte di sistemi di garanzia dei depositanti considerabili come aiuti di Stato se non ci fosse stata prima una risoluzione delle banche coinvolte. 

Nel dicembre 2015, l’esecutivo comunitario aveva dichiarato la natura pubblica del Fitd all’interno del caso Tercas, disponendo il recupero dell’aiuto. Intanto, in Italia sono stati annunciati ricorsi per avere un risarcimento danni (in attesa che Bruxelles decide se appellarsi alla magistratura comunitaria). 

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