Abruzzo, ex governatore Chiodi rinviato a giudizio su tetti spese a cliniche


Processo il prossimo 6 dicembre anche per altre quattro persone dell'ufficio del Commissario alla sanità. L'ex presidente abruzzese: "Ho agito per rispettare la legge"


di Silvia Grandoni
Categoria: ABRUZZO
27/07/2017 alle ore 16:20



Il giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Pescara, Gianluca Sarandrea ha rinviato a giudizio l'ex governatore abruzzese Gianni Chiodi e gli altri quattro indagati nell'ambito dell’inchiesta sui tetti di spesa imposti alle cliniche private nel 2010. Dovranno rispondere a vario titolo delle accuse di falso, violenza privata e abuso d'ufficio. Completata la discussione con le arringhe finali delle difese e dopo un breve intervento del pm Andrea Papalia, il gup ha deciso che Chiodi, l'ex sub commissario alla sanità Giovanna Baraldi, l'ex assessore regionale Lanfranco Venturoni e i due tecnici dell'Agenzia nazionale per i servizi regionali, Francesco Nicotra e Lanfranco Venturini andranno a processo il prossimo 6 dicembre.

Il procedimento ha preso il via dall’esposto presentato dalla casa di cura privata Pierangeli di proprietà della società Synergo, in seguito al ridimensionamento dei tetti di spesa per le cliniche private. Chiodi, all’epoca commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario, secondo l’accusa avrebbe fatto firmare alle cliniche private contratti di prestazione di assistenza ospedaliera. Subordinando la firma al pagamento dei crediti che le cliniche vantavano nei confronti della Regione. Sempre a giudizio dell'accusa, l'ex presidente della Regione avrebbe tenuto un "generale atteggiamento ostruzionistico volto a non fornire i dati per procedere all'attuazione della metodologia utilizzata per realizzare i tetti di spesa”.

“Ritenevamo imprescindibile una  verifica dibattimentale. Questa non è una pronuncia di condanna. Nel dibattimento avremo modo di dimostrare che tutto quello che è stato dedotto in sede di udienza preliminare è a nostro avviso più che sufficiente per dimostrare la responsabilità degli imputati” ha detto il pm Andrea Papalia.

Immediata la replica dell’ex presidente della regione Abruzzo.“Sono l’unico politico in Italia a finire sotto processo per avere fatto l’interesse pubblico. E con l’accusa surreale di avere ‘violentato’ i potenti della sanità privata” che sono perarltro proprietari di media locali, ha detto Chiodi sottolineando come “in altre parte d’Italia una situazione del genere farebbe tremare i polsi alla politica, altro che violenza”. In Abruzzo, prosegue Chiodi,  “ben due presidenti di Regione hanno concluso il proprio mandato con vicende attinenti alla sanità privata, per ragioni diversissime di cui si sono occupati gli stessi pm e con le stesse parti civili. I rapporti tra la sanità privata e le istituzioni in Abruzzo hanno una storia molto controversa: Gaspari definiva una parte dell’imprenditoria privata del settore ‘come rapace amministratore di risorse pubbliche’. Rivendico ciò che ho fatto: prima di me non esisteva la contrattualizzazione dei rapporti con la sanità privata a cui invece si regalavano milioni. Ma la legge prevedeva una regolamentazione e ho cercato di farla riducendo il budget, risanando i conti della sanità e nel frattempo aumentando i livelli essenziali di assistenza: attraverso tutto ciò è stato possibile acquistare nuove e moderne attrezzature, tac, risonanze magnetiche e acceleratori lineari per gli ospedali abruzzesi ”.