Cinquestelle, Di Maio in peggio


Dopo le regionali d'Abruzzo tutta una bolla si sgonfia


di Lilli Mandara
Categoria: Maperò
14/02/2019 alle ore 08:28



Una sconfessione, una specie di schiaffo in faccia. Sembra quasi che Luigi Di Maio alla fine di una giornata maledetta in cui al peso della sconfitta si aggiungono le parole pesantissime di Beppe Grillo che rivuole indietro 700 mila euro e le ambulanze dagli abruzzesi, abbia voluto punire Sara Marcozzi.

Lei, che era stata scortata dal vice premier in lungo e in largo per l’Abruzzo durante la campagna elettorale e che la notte della sconfitta se ne era uscita con una infelicissima (e politicamente sgrammaticata) frase: “Queste grandi coalizioni con liste civetta sono un attacco alla democrazia”, adesso viene doppiamente smentita. E proprio dal vice premier. 

Ieri Luigi Di Maio ha detto due cose che pesano come piombo: intanto che anche i 5 stelle apriranno all’alleanza con le liste civiche locali, altro che ammucchiate e attacco alla democrazia; e poi che i pentastellati non si presenteranno più dove non saranno sicuri di vincere.

“Basta improvvisare – dice proprio così Luigi Di Maio – Nelle Regioni dove non siamo pronti dobbiamo smetterla di presentarci”.

E affonda ancora di più il coltello, il vice premier:

“In questi giorni mi sono chiesto se era il caso di dire una verità che nessuno ha il coraggio di dire, ci sono problemi di fondo – spiega il vicepremier lanciando anche un messaggio a chi si è seduto sugli allori – In alcune regioni in questi anni siamo rimasti nella nostra zona di comfort, evitando di incontrare categorie importanti come quelle dell’imprenditoria e del volontariato. È ora di farlo”.

Bocciatura su tutta la linea quindi dei vertici abruzzesi.

D’altronde, la tanto vituperata legge elettorale attaccata dalla Marcozzi per aver consentito la corsa alle larghe coalizioni di liste civiche, è la stessa che regala al movimento la bellezza di sette consiglieri regionali rispetto ai sei di Legnini, pur avendo il 10 per cento in meno. Una sconfitta che è un pugno in faccia ma che si traduce in un regalo niente male.

Insomma, grillini sotto attacco. La frase di Grillo poi ha terremotato il web e messo sotto schiaffo il Movimento.

“Io accetto tutto, che il popolo abruzzese abbia deciso e ha fatto benissimo. Chiedo solo una cosa, ufficialmente: che ci diano indietro i 700mila euro che gli abbiamo dato l’anno scorso, le 4 ambulanze e gli spazzaneve a turbina…”,

ha detto durante uno show a Bologna. Non c’era solidarietà quindi, quella che si fa con il cuore, ma la volontà di un tornaconto elettorale: un vero e proprio voto di scambio, hanno ipotizzato i commentatori. E hai voglia a dire che quella di Grilloera una provocazione, che lui è un comico. Eh no, non si può tirare fuori dal cappello il comico quando si dicono cose tanto enormi.

Non è satira, ribadisce la parlamentare Stefania Pezzopane:

“La battutaccia contro gli abruzzesi di Beppe Grillo non è satira. Ci troviamo di fronte alla esplicitazione di una rabbia politica dovuta al flop elettorale dei pentastellati, alla presa d’atto della loro incapacità ad amministrare il Paese e gli enti locali. Grillo è arrabbiato per il nuovo scenario politico che vede un nuovo centrosinistra civico e popolare alternativo alla destra sovranista. Ed i 5 stelle sempre più irrilevanti. Che vuol dire ‘gli abruzzesi restituiscano i 700mila euro’ del tanto osannato restitution day? Che M5s agisce per il solo scopo del voto di scambio? Vorrei ricordare al tra

gi-comico nazionale che il Pd, con quella che loro chiamavano ‘legge mancia’, ha destinato 11 milioni di euro al territorio del cratere 2009. Somme ben più rilevanti e il cui destino è stato affidato ai comuni”.

E la sconfitta pentastellata, negata a questo punto solo in Abruzzo, viene sottolineata persino da lui, Beppe Grillo:

“Sto usando il Maalox con la vaselina per la questione dell’Abruzzo”.

Ma forse, se l’elettorato 5 stelle ha voltato la faccia da un’altra parte, la colpa è dei vertici e delle scelte fatte negli ultimi mesi e Di Maio l’ha capito.

“Continueremo a regalare ambulanze e a restituire stipendi, atti importantissimi per spiegare che una politica diversa è possibile”,

ha rilanciato ieri in serata per tentare di smorzare le polemiche e la grande mobilitazione degli abruzzesi partita sul web per organizzare una raccolta fondi e i 700 mila euro da restituire a Beppe Grillo.

ps: Ma sono pezze, e a volte peggiori del buco.

 

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