Sanità d'Abruzzo, sui conti un altro bluff


Farò riaprire tutti gli ospedali, dice Matteo Salvini a Bruno Vespa


di Lilli Mandara
Categoria: Maperò
13/02/2019 alle ore 07:56



Farò riaprire tutti gli ospedali, dice Matteo Salvini a Bruno Vespa lunedì sera a Porta a Porta. Hanno consegne precise i nuovi consiglieri regionali abruzzesi della Lega, e tra queste c’è la sanità, ribadisce il vice premier. Ma non solo ospedali chiusi, sul tavolo i nuovi consiglieri regionali troveranno molto altro ancora. Basta leggere il report qui sotto.

Non è per niente rose e fiori la sanità abruzzese e il report del Tavolo di monitoraggio del 15 novembre scorso lo dice chiaro e tondo. Non ci sono solo i Lea (livelli essenziali di assistenza) che sono migliorati e sui quali l’ex assessore Silvio Paolucci ha basato la campagna elettorale, c’è molto di più (o di meno). Intanto i conti.

Non tornano, i conti, scrive il Ministero dell’economia: secondo la proiezione dell’Advisor sul terzo trimestre del 2018, ci sarebbe un segno meno pari a quindici milioni di euro.

“Tale disavanzo risulterebbe non coerente con il programmatico 2018, che prevede un avanzo di 2,5 milioni di euro”.

Insomma, la Regione traduce in positivo un dato negativo, e anche di molto. Per questo, il ministero invita la Regione

“a ricondurre la situazione in equilibrio e a predisporre con urgenza le misure di copertura necessarie per far fronte all’eventuale disavanzo di gestione che si sta prospettando sull’anno 2018”.

Un bluff che la Regione dovrà correggere, e pure in fretta. Un disavanzo non coerente con il piano programmatico del 2018 presentato dall’assessorato. Per questo i Tavoli hanno invitato la Regione

“a ricondurre la situazione in equilibrio e a predisporre con urgenza le misure di copertura necessarie per far fronte all’eventuale disavanzo di gestione che si sta prospettando sull’anno 2018”.

Ma sono state le note di credito dei privati la vera nota dolente che si trascina ormai da mesi, il punto sul quale il Tavolo si è soffermato di più: è vero, la Regione ha finalmente inserito la clausola di sospensione o revoca dell’accreditamento negli schemi di contratto dei privati nel caso in cui superassero i tetti di spesa, ma in merito alle note di credito per la produzione ospedaliera non regolarizzate, davvero molto vecchie (alcune datate 2013 e anche prima), si è determinato un nuovo disallineamento pari a 27,845 milioni di euro che si traduce in un disavanzo di 44,047 milioni di euro nella gestione 2017: milioni ai quali si dovrà trovare copertura.

Alla fine risulta un disavanzo non coperto di 5,427 milioni di euro. Non proprio bruscolini. Ed è a questo punto che il Ministero, proprio a causa delle discrepanze dei conti, ricorda alla Regione Abruzzo che

“le decisioni assunte dai Tavoli tecnici durante le riunioni rivestono carattere di ufficialità e possono comportare anche effetti sanzionatori”

e pertanto la invita

“ad avere comportamenti rispettosi del ruolo istituzionale demandato dalla legislazione vigente ai Tavoli tecnici e ai ministeri affiancanti”.

E concludono con un finale clamoroso:

“Pertanto la copertura non può essere assentita”. Bocciata, in parole povere: “I rappresentanti dei ministeri della Salute e dell’Economia e delle finanze, segnalano la gravità di tale circostanza”.

Poi il resto: c’è una Asl, quella di Lanciano Vasto Chieti, che non rispetta i tempi di pagamento ed è in ritardo di 38 giorni; manca la programmazione della rete territoriale; devono essere inviati gli aggiornamenti sui contratti con i privati. La Regione deve vigilare di più, sottolinea il ministero, sulle cliniche private accreditate, soprattutto su quelle che non hanno regolarizzato i propri rapporti con le aziende sanitarie mediante l’emissione delle note di credito.

Un altro segno blu riguarda il ricorso da parte delle Asl alle consulenze legali esterne. Il Tavolo chiede chiarimenti e ricorda che

“gli uffici legali delle strutture aziendali sono preposti alla specifica mansione e non appare condivisibile il ricorso a professionisti esterni. Si segnalano anche aspetti relativi a responsabilità contabili da parte delle Asl”.

Insomma no alle consulenze legali esterne, alle quali le varie Asl fanno molto ricorso anche per gratificare professionisti amici della politica, e per questo rischiano ora di dover risarcire lo Stato. Ma le Asl si segnalano anche per i ritardi con cui sono stati approvati i bilanci di previsione aziendali del 2017, a volte arrivati un anno e mezzo dopo.

Nota dolente anche gli accantonamenti per il personale della dirigenza: la Regione dovrebbe quindi inserire in bilancio 11,662 milioni di euro sulla dirigenza e 7,322 per i convenzionati, in tutto 18,985 milioni di euro. Ma non lo ha fatto, e anzi risulta che manchino all’appello 10,378 milioni, così come ha rilevato l’Advisor.

E poi l’Abruzzo deve ancora presentare il famoso piano per l’individuazione dei Dea di secondo livello, cioè i maxi ospedali che dovrebbero nascere tra Pescara e Chieti e tra L’Aquila e Teramo. Insomma, manca ancora all’appello lo studio di fattibilità che la Regione aveva promesso mesi fa. Così, tra il project financing Maltauro che si sovrapponeva al Dea e la difficoltà nella suddivisione delle varie specialistiche (che in campagna elettorale avrebbero determinato una lite certa tra i vari ospedali), alla fine non è stato fatto nulla. La Regione è stata sollecitata anche a presentare la nuova programmazione della rete ospedaliera, della rete dell’emergenza urgenza e le reti tempo dipendenti: il termine ultimo indicato era il 15 gennaio.

Un altro segno rosso riguarda la convenzione sottoscritta col Policlinico Gemelli per il programma di trapianto di fegato. Una convenzione che non comporta costi aggiuntivi per la Regione ma sul quale il Ministero vuole vederci chiaro

“anche in riferimento agli scambi resi in mobilità, essendo la struttura privata in questione una struttura insistente sul territorio della Regione Lazio e da questa contrattualizzata anche per la mobilità”.

Insomma, quando ci sono accordi o convenzioni tra regioni, il Ministero ricorda che è obbligatorio sottoscrivere gli accordi di mobilità. E la Regione Abruzzo evidentemente non lo ha fatto.

ps: ma a questo punto l’aspetto più allarmante riguarda i conti. Un disavanzo che la Regione ha tradotto allegramente in un segno più. Un’eredità per il nuovo governo di centrodestra.

 

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