Regionalismo differenziato, perché gli abruzzesi devono riflettere


Parla Walter Palumbo, candidato al consiglio regionale con AvantiAbruzzo


di Redazione
Categoria: ABRUZZO
08/02/2019 alle ore 09:39



Il candidato al Consiglio regionale (per la provincia di Chieti) con la lista civica Avanti Abruzzo, Walter Palumbo, in una lettera aperta agli abruzzesi spiega le ragioni per cui il regionalismo differenziato potrebbe finire per “legittimare normativamente il divario tra Nord e Sud, violando il principio costituzionale di uguaglianza dei cittadini”. 
“Il prossimo 15 febbraio i presidenti di Emilia Romagna, Lombardia e Veneto incontreranno il premier Conte per riprendere la discussione sul regionalismo differenziato, in attuazione dell’art. 116 della Costituzione che attribuisce alle Regioni “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia” sulla base di un'intesa tra lo Stato e le Regioni a statuto ordinario che ne facciano richiesta. Stabilita l’intesa, il Governo formulerà il Disegno di legge che dovrà essere quindi approvato dalle Camere con maggioranza assoluta. In un quadro di maggiori autonomie la cartina al tornasole è rappresentata dalla sanità dove già oggi "il diritto costituzionale alla tutela della salute, affidato ad una leale collaborazione tra Stato e Regioni, è condizionato da 21 sistemi sanitari che generano diseguaglianze sia nell’offerta di servizi e prestazioni sanitarie, sia soprattutto negli esiti di salute". In questo contesto, l'attuazione tout court dell'art. 116 non potrà che amplificare le diseguaglianze di un servizio sanitario nazionale, oggi universalistico ed equo solo sulla carta. In altre parole, puntualizza il presidente della Repubblica Mattarella, «senza un contestuale potenziamento delle capacità di indirizzo e verifica dello Stato sulle Regioni, il regionalismo differenziato finirà per legittimare normativamente il divario tra Nord e Sud, violando il principio costituzionale di uguaglianza dei cittadini». Affermazioni del presidente Mattarella contenute anche nel discorso di fine anno: "L'universalità e la effettiva realizzazione dei diritti di cittadinanza sono state grandi conquiste della Repubblica: il nostro Stato sociale, basato sui pilastri costituzionali della tutela della salute, della previdenza, dell'assistenza, della scuola rappresenta un modello positivo. Da tutelare". Purtroppo non si possono dimenticare le ultradecennali spinte secessioniste della Lega, silenziosamente avallate da Forza Italia, che non solo hanno trovato con l’art. 116 il cavallo di Troia per disgregare l’unità del Paese, ma provano ad andare oltre, visto che i referendum di Veneto e Lombardia hanno proposto quesiti incostituzionali, tra cui trattenere l'80% del gettito fiscale, rilanciando il secessionismo di Umberto Bossi. Si aggiunge, poi, che la Ministra per il Sud, Barbara Lezzi (MS5), garante politico di chi avrebbe la peggio dal regionalismo differenziato, ha rivendicato il ruolo attivo del M5S sulle autonomie, affermando la necessità di un confronto tra la Ministra Stefani (Lega), coordinatrice del negoziato, e i Ministri della Salute, dell'Ambiente e dei Trasporti (tutti in quota MS5). Nel frattempo però la Ministra Grillo aveva già aperto al regionalismo differenziato contraddicendo la dichiarazione d'intenti riservato alla Sanità nel “famoso” Contratto per il Governo del Cambiamento in cui si dice: “È prioritario […] tutelare il principio universalistico su cui si fonda la legge n. 833 del 1978 istitutiva del SSN. Tutelare il SSN significa […] garantire equità nell'accesso alle cure e uniformità dei livelli essenziali di assistenza”.Di fatto gli abruzzesi, in attesa che la sanità regionale si riorganizzi, potrebbero avere difficoltà a farsi curare nelle Regioni che riusciranno ad ottenere maggiore autonomia specie in campo sanitario. A questo “illuminato futuro per il Servizio Sanitario Nazionale” dovranno pensare gli abruzzesi che il 10 febbraio prossimo pensano di votare la Lega e i 5 Stelle…”. 

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