L'Aquila, Pd su caso Di Stefano: "Un atto di misoginia politica"


Iorio, Vicini, Costanzi: "All'assessore va la nostra solidarietà per l'atto discriminatorio"


di Redazione
Categoria: ABRUZZO
12/12/2018 alle ore 14:24



L'Aquila, Pd e opposizioni su caso Di Stefano: "Un atto di misoginia politica": Emanuela Iorio, consigliere de Il Passo Possibile, Elisabetta Vicini, consigliere dei Democratici e Socialisti e Fabiana Costanzi, responsabile Cultura del Partito Democratico, in merito alla vicenda del congelamento delle deleghe all'assessore Annalisa Di Stefano, hanno congiuntamente dichiarato: “Se il sindaco Biondi, come apprendiamo da sue dichiarazioni, gode della forza politica di disporre del gruppo consiliare di Forza Italia tanto da farlo riunire per l’approvazione di un documento in sua difesa sulla vicenda Martino e contestualmente, dichiarare lo scongelamento delle deleghe dell’assessore Annalisa Di Stefano solo in caso di una sua pubblica presa di distanza dalle posizioni del suo coordinatore cittadino, allora il sindaco Biondi deve pretendere anche la rimozione del presidente del Consiglio Roberto Tinari, anch’egli presente alla conferenza stampa incriminata”.

Hanno quindi precisato: “Diversamente sarebbe soltanto un vistoso segno di arretratezza culturale, un atto di violenza politica contro la parte che si ritiene più debole, nel caso di specie una donna: un atto di pura misoginia politica. Come le streghe perseguitate dalla Santa Inquisizione, l’assessore al Bilancio scamperà il rogo solo in caso di abiura, mentre il suo collega di gruppo continuerà a sedere, senza conseguenze, sullo scranno più alto del Consiglio Comunale”.

Evidenziando come, al contrario, le scorse amministrative (come le prossime elezioni regionali) hanno avuto il merito di dare all’elettore la possibilità di scegliere i candidati attraverso la doppia preferenza di genere, il primo cittadino del capoluogo d’Abruzzo non sembra invece voler accettare il vento del cambiamento costruendo nella sua giunta una parità più formale che sostanziale.

Hanno infine concluso: “All’assessore Di Stefano va la nostra solidarietà per l’atto discriminatorio che avalla l’ascesa, o la permanenza, in politica di una donna solo in base a presupposti di vassallaggio, se non addirittura di consegna ancillare. E siccome il rispetto per le idee personali non può essere una variabile rispetto alla collocazione di schieramento o di formazione, ci aspetteremmo una netta presa di posizione sulla vicenda anche dalle consigliere della maggioranza”.

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