Tampon Tax, ma quanto ci costi? Ecco che si dice in Abruzzo


La tassa su assorbenti e pannolini in Italia è tra le più alte del mondo


di Anna Di Donato
Categoria: ABRUZZO
07/12/2018 alle ore 13:32



Sono beni di prima necessità ma vengono considerati beni di lusso. Si tratta di assorbenti e pannolini, oggigiorno tassati al 22% come se fossero beni di lusso al pari di capi d’ abbigliamento, vino, sigarette ecc. La domanda sorge spontanea: perché un pannolino e un assorbente vengono considerati beni di lusso e i rasoi godono di una comoda aliquota al 4%? Non sono forse beni primari come gli altri?

Gli uomini devono radersi la barba ogni giorno, i bambini necessitano i pannolini per i primi anni di vita, mentre le donne ogni mese hanno il ciclo e per loro gli assorbenti sono necessari, non se ne può certo fare a meno. Che poi, l’esborso annuale è anche piuttosto alto e si aggira intorno ai 100-150 euro.  Quello che lascia interdetti è proprio il fatto che un bene primario venga considerato un lusso. La tassa su assorbenti e pannolini non è passata inosservata in vari paesi del mondo dove si sono verificati accesi dibattiti, supportati dai movimenti femministi, che hanno spinto i Governi a ridurre notevolmente l’aliquota o addirittura decretarne l’eliminazione. 

TAMPON TAX IN ITALIA

In Italia, l’aliquota non si è spostata di un millimetro, tanto che, dal 1973 a oggi, invece di diminuire è cresciuta del 10% (12% nel 1973, 22% 2018). Si potrebbe cogliere una sottile discriminazione nel fatto che i rasoi da barba godano di un’aliquota del 4% contro il 22% degli assorbenti. Il messaggio che arriva è molto simile a “radersi la barba ha importanza sociale ed economica, è dunque una necessità, tamponare le perdite di sangue ogni mese no”. 

TAMPON TAX ALL’ESTERO

Tra i primi Paesi ad abbassare la Tampon Tax c’è il Kenya, che dal 2004 ha iniziato a diminuire la tassazione e nel 2011 ne ha persino dato distribuzione gratuita nelle scuole. 
Il Canada nel 2015 ha cancellato l’imposta sugli assorbenti e lo stesso è successo a New York, seguito da Maryland, Massachusetts, Minnesota, New Jersey e Pennsylvania. Negli Usa, l’aliquota non supera il 9% mentre in Australia l’imposta del 10% è stata annullata. In Spagna, l’Iva sui prodotti femminili verrà ridotta del 4% e in Irlanda la tassazione è stata cancellata. In Francia, l’imposta è stata ridotta dal 20% al 5%, mentre in Inghilterra l’Iva è passata dal 17,5% al 5%. 


MARISA TIBERIO (presidente Confcommercio Chieti)
 
L'iva deve essere al 4% perché si tratta di un bene di prima necessità per le donne. La considero una tassa sessista, considerato che lo stesso trattamento fiscale non è stato riservato ai rasoi.Questo detto da una che rappresenta il Terziario Donna Confcommercio in consiglio nazionale.Tassa sessista e anche mancato incoraggiamento a fare figli, conseguente la scarsa Natalie's invecchiamento della popolazione. 

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