Quanto sono fasulle le lacrime per Bertolucci nell'epoca dell'ipocrisia Mee-Too...!


Davvero c'è qualcuno disposto a credere che avrebbe oggi potuto realizzare tranquillamente i film che gli hanno regalato fama?


di l'innocente
Categoria: CapoVerso (rubrica innocente)
27/11/2018 alle ore 11:09



Omaggi e lacrime. Tutti piangono Bernardo Bertolucci. Ma davvero c'è qualcuno disposto a credere che il regista scomparso avrebbe oggi potuto realizzare tranquillamente i film che gli hanno regalato fama e onori? Avrebbe potuto cioè girare di questi tempi "Il Conformista" o "Novecento" o soprattutto "Ultimo Tango a Parigi"?

No signori miei, no che non avrebbe potuto. Non avrebbe trovato né attori di grido né finanziatori disponibili.

In epoca di ipocrisia massima, ovvero di Mee-Too con financo i calciatori costretti a strisciare di rosso la guancia pena il ludibrio perenne, il Bertolucci di Ultimo Tango sarebbe stato cassato, non osannato.

Sarebbe stato accusato, in rapida successione di sessismo, maschilismo e macismo e, magari, avrebbe pure trovato un Pm disponibile ad ipotizzare un reato. In ogni caso sarebbe stato "processato" come cattivo maestro dalle vestali del politicamente corretto e riempito di insulti da quelle invasate che protestano in piazza con le mutande in testa. Invece il maestro (termine che pare odiasse!) se l'è scampata. Le ha prodotte prima le sue opere. Così riceverà in queste giornate l'addio ipocrita e le lacrime di circostanza. Cominciando ovviamente da coloro che cavalcano la "protesta" che proprio dal dorato mondo della celluloide statunitense è tracimata sino a noi.

E sarà perciò curioso vedere e sentire, ascoltarne e leggerne ricordi e stima, l'amore addirittura!, per il cineasta parmigiano.

Omaggi e lacrime. Ovviamente senza alcun riferimento alla cruda realtà che Bertolucci ha raccontato, scevra da ogni recente bacchettoneria Mee-Too, in quell'affresco che fu "Novecento" e soprattutto in quell'"Ultimo Tango a Parigi" che gli regalò il successo mondiale. Film duri, spigolosi. L'uno, ovviamente antifascista, ma con quel ricordo dei misfatti dei "vincitori" che fece imbestialire i suoi "compagni" del Partito comunista e, poi, quell'altro con la famosa scena del burro tra Brando e la Schneider capace di turbare e però anche svegliare un'intera generazione.

Altro che rivolta femminista e hashtag e socialmedia schierati avrebbe avuto contro: gli stessi e le stesse che ora lo piangono e lo commemorano l'avrebbero crocifisso in un amen il premio Oscar Bertolucci!

E invece, accompagnato dalla solita nenia mainstream, dall'immancabile ricordo di ogni collezionista di microfoni e telecamere, Bernardo Bertolucci prima ancora di esserlo nella tomba di famiglia sarà tumulato sotto una caterva di luoghi comuni e di insulsaggini. Tanto per non dimenticare che l'ipocrisia trionfa sempre. Sopratutto ai funerali.

 

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