Architetti e ingegneri abruzzesi, equo compenso per tutti?


Una sentenza della Cassazione legittimava il compenso massimo dei professionisti al 3% sul costo dell'opera. Ma il Tar: "Pa rispettino i parametri"


di Anna Di Donato
Categoria: ABRUZZO
17/10/2018 alle ore 17:26

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Una recente sentenza (n. 14293 del 4 giugno 2018) della Corte di Cassazione aveva legittimato una delibera di giunta della Regione Abruzzo GR 728 dell’11/11/2014 che prevedeva, per architetti e ingegneri, un tetto massimo del 3% delle parcelle rispetto al costo dell’opera pubblica. Sentenza che aveva suscitato la reazione immediata dei suddetti, i quali avevano indetto una petizione nazionale in cui raccoglievano firme per salvare le professioni tecniche.

In sostanza, chiedevano di attuare decreti che stabilissero parametri dignitosi da aggiornare ogni due anni in accordo con Ordini Professionali e associazioni di categoria; un regime fiscale più equo, sgravi fiscali, sostegno maternità, malattia, infortuni e figli disabili. E ancora l’istituzione di un osservatorio nazionale che vigilasse sul rispetto delle tariffe minime e sanzioni le amministrazioni che indicano bandi sotto soglia.

 

PETIZIONE

A pochi mesi di distanza dalla messa online della petizione, qualcosa si è mosso, in particolare per la questione dell’equo compenso.

Ne abbiamo parlato con l’architetto Gianluigi D’Angelo, tra i promotori della petizione: “Oggi, purtroppo, noi liberi professionisti non godiamo di vere tutele, non abbiamo una vera assistenza a differenza di altri. Sono un delegato Inarcassa e con tale fondazione abbiamo fatto tante battaglie. Sinora, grazie alla Fondazione Inarcassa, siamo riusciti a ottenere un risultato per quel che riguarda l’equo compenso. Mancano però i decreti attuativi, che determinino cosa significhi equo compenso. Senza di essi, il risultato che abbiamo ottenuto rischia di diventare solo uno slogan”.

 

TAR ABRUZZO

A tal proposito, proprio qualche giorno fa, il Tar Abruzzo, all’interno di una disputa tra l’ordine degli ingegneri e degli architetti di Teramo e la Regione Abruzzo, la Centrale di Committenza “Unione dei Comuni Città Territorio Val Vibrata” e il Comune di Civitella del Tronto, ha ribadito che le pubbliche amministrazioni sono vincolate al rispetto dei parametri dei compensi professionali contenuti nel dm 17 giugno 2016. Pertanto, esse non sono libere di decidere i corrispettivi a base di gara delle prestazioni di progettazione e direzione dei lavori.

“Un’ultima cosa. Per quanto riguarda le professioni”, conclude D’Angelo, “si dovrebbe arrivare anche al principio “una testa, un lavoro”, ossia chi ha già un lavoro come dipendente non svolga la libera professione, perché questo aiuterebbe molto noi professionisti. Chi ha già uno stipendio fa concorrenza sleale, perché ha già una certezza e si può permettere di fare prezzi molto più competitivi”.

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