Regno Unito, industriali chiedono di restare nel mercato unico fino conclusione dell'accordo Brexit




Categoria: ESTERI
07/07/2017 alle ore 13:07



La Confederation of British Industry, la confederazione industriale del Regno Unito, riferisce il "Financial Times", ha invocato la permanenza nel mercato unico e nell'unione doganale finché non entrerà in vigore l'accordo con l'Unione Europea, una richiesta certamente sgradita ai Brexiter più intransigenti del governo guidato da Theresa May. La direttrice della Cbi, Carolyn Fairbairn, alla vigilia dell'incontro di oggi tra rappresentanti della comunità di impresa (sono attesi, tra gli altri, gli amministratori delegati di Barclays, Bt, EasyJet, Royal Dutch Shell, Discovery, Hsbc, Lloyd's e Tesco) e dell'esecutivo, ha avvertito che l'incertezza sta cominciando a danneggiare l'economia: gli ultimi dati evidenziano un calo dei posti di lavoro creati dagli investimenti interni del nove per cento nel 2016-17. Ciò vuol dire che le compagnie britanniche stanno cambiando o rallentando i piani di investimento per la preoccupazione di gravi danni nel caso di un'uscita dall'Ue senza un accordo commerciale, anche se il dipartimento del Commercio internazionale segnala un'espansione del due per cento degli investimenti delle società straniere. Per la leader degli industriali, restare per "un periodo limitato di transizione" nel mercato unico consentirebbe di preparare la strada per un futuro migliore ed evitare molti problemi con i dazi, la burocrazia e la regolamentazione. La proposta dell'organizzazione, dunque, è una fase "ponte" dal marzo 2019, data prevista dell'uscita, al nuovo assetto, per garantire il massimo della continuità. Tale posizione può trovare un sostenitore a Downing Street in Philip Hammond, il cancelliere dello Scacchiere, la voce più influente a favore della Brexit "morbida", dell'allineamento all'unione doganale e della tutela dell'economia. Secondo fonti governative, alcuni sottosegretari moderati stanno proponendo uno scenario "due più due", in linea con le istanze degli imprenditori: due anni di negoziati più due anni di permanenza nel mercato unico e nell'unione doganale. Il segretario per la Brexit, David Davis, ha invece suggerito di recente che il paese potrebbe essere fuori dall'unione delle dogane nel 2019. Anche la premier May è contraria a rimanere nel mercato unico a lungo termine perché ciò comporterebbe l'accettazione della libera circolazione delle persone. Il suo predecessore, David Cameron, in privato, avrebbe suggerito a esponenti Tory di lavorare a una soluzione di tipo norvegese, ovvero all'appartenenza allo Spazio economico europeo: ciò vorrebbe dire pieno accesso al mercato unico, ma nessun coinvolgimento nella formulazione delle sue regole.

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