Resa dei conti nell'Arit


Altro che centrale unica degli acquisti, altro che mega struttura con mega consulenti


di Lilli Mandara
Categoria: Maperò
19/09/2018 alle ore 10:00

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Altro che centrale unica degli acquisti, altro che mega struttura con mega consulenti: è iniziata la resa dei conti dentro l’Arit. Il primo atto è il ricorso al Tar di un gruppo di dipendenti che chiedono l’azzeramento della trasformazione dell’Arit in Aric, delle nomine dei due commissari dalfonsiani, e dei nuovi regolamenti che passano come un trattore sul personale dell’Agenzia.

Una bella gatta da pelare per la Regione che ha di fatto scippato la gestione al direttore dell’Arit imponendo due commissari di nomina fiduciaria, oltre a un bel pool di consulenti suoi fedelissimi. Il ricorso si discuterà il prossimo sette novembre e nel frattempo i due commissari, Carlo Montanino e Fabio Adezio, che è scaduto a luglio scorso, lanciano segnali di fumo al vice presidente della Regione Giovanni Lolli, sperando nel rinnovo del contratto.

I dipendenti impugnano la fusione dell’Arit e dell’Aric, la nomina del commissario straordinario Carlo Montanino del 2 febbraio scorso, di Fabio Adezio nominato il 23 aprile in quota Federica Chiavaroli, il Piano programma approvato dalla Regione che “non contiene alcun riferimento alla posizione dei ricorrenti, limitandosi alla ricognizione della struttura della stazione unica appaltante” che prevede tra l’altro, come dotazione organica, solo 1 unità nel 2018, 2 nel 2019, 3 nel 2020, senza considerare la consistenza della dotazione organica attuale, circa 21 dipendenti. Azzeramento totale.

Insomma, il commissario ha fornito “dati parziali e incompleti”. E a questo punto e nonostante le alchimie, Aric e Arit, secondo i dipendenti, sono un’unica società, e questo sarebbe dimostrato dal fatto che hanno un unico bilancio e lo stesso codice fiscale.

Di conseguenza sarebbe nullo il decreto di nomina dei commissari “per difetto assoluto di attribuzione e carenza di potere”, e il presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso non avrebbe avuto alcun potere di nominare il commissario. I dipendenti chiedono insomma la sospensione delle delibere regionali perché potrebbero “recare un danno grave e irreparabile durante il tempo necessario per la decisione sul merito del ricorso”.

 

ps: Nel frattempo, i due commissari non sanno che pesci prendere: hanno chiesto un incontro a Lolli visto che Dalfy, che ha pensato a tutto prima di andare via e anche dopo (vedi il trasferimento dei suoi fedelissimi), si è scordato solo di loro.

 

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