Francia, davanti al Congresso Macron evita i temi più scottanti




Categoria: ESTERI
04/07/2017 alle ore 11:18



Un discorso-fiume zeppo di citazioni letterarie e di dotte considerazioni, quasi una lezione magistrale impartita ai parlamentari: così "Le Figaro" definisce l'intervento pronunciato ieri lunedì 3 luglio dal neo presidente Emmanuel Macron davanti alle due Camere del Parlamento riunite a Congresso a Versailles, alle porte di Parigi. E' stato, scrive il quotidiano conservatore, un discorso in cui Macron ha esposto le proprie convinzioni sulle ragioni che hanno portato alla sua vittoria elettorale, ha parlato delle attese dei francesi, ha spiegato la sua concezione del potere, la sua visione delle istituzioni e la sua diagnosi sullo stato dell'Europa ed ha evocato le grandi sfide del mondo contemporaneo a cominciare dalla lotta contro il terrorismo. Il neo presidente ha promesso una vera e propria "rivoluzione" nella vita pubblica e politica della Francia: ma nel suo discorso, nota il "Figaro", sono del tutto mancati precisi impegni programmatici, probabilmente per non svuotare l'intervento che il primo ministro Edouard Philippe farà oggi pomeriggio a Palazzo Borbone davanti all'Assemblea Nazionale; e soprattutto Macron ha accuratamente evitato tutti i temi più scottanti e divisivi, a cominciare dall'immigrazione e dal ruolo della religione islamica nella società francese. Queste ultime due questioni sono state al centro della lunga stagione elettorale che si è da poco conclusa in Francia e in base all'ultimo rapporto annuale realizzato dall'istituto di studi sociali Ipsos in partenariato con la fondazione Jean-Jaurès dividono sempre di più l'opinione pubblica: in base al rapporto infatti il 60 per cento dei francesi sono convinti che la religione islamica sia incompatibile con i valori repubblicani e ben il 65 per cento ritiene che nel paese ci siano ormai troppi immigrati stranieri; queste convinzioni sono largamente condivise nei partiti di destra e di estrema destra, ma dividono anche i partiti di centrosinistra, di sinistra e persino dell'estrema sinistra. Quanto alle riforme istituzionali, su cui il neo presidente si è dilungato, Macron ha ribadito l'intenzione di onorare la promessa fatta in campagna elettorale di introdurre un correttivo proporzionale nella legge elettorale che attualmente è completamente maggioritaria. Il "Figaro" oggi si è divertito ad immaginare come sarebbe l'Assemblea Nazionale se alle ultime elezioni politiche di giugno fosse già stata in vigore una dose di rappresentanza proporzionale: nella prima ipotesi presa in esame, di un correttivo del 10 per cento di proporzionale, la composizione degli schieramenti in aula cambierebbe solo marginalmente; se invece fossero il 20 per cento i deputati eletti con lo scrutinio proporzionale, in Parlamento sarebbe emerso un gruppo autonomo del Front national che adesso invece l'estrema destra non ha potuto costituire in base al regolamento; l'ultima ipotesi presa in considerazione è quella di una legge elettorale proporzionale pura, e in tal caso la composizione dell'Assemblea Nazionale sarebbe stata stravolta e oggi sarebbe assai arduo comporre una maggioranza governativa senza contrattare una larga coalizione di partiti anche molto diversi tra loro.

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