Iran, la francese Total è la prima compagnia petrolifera occidentale a firmare un contratto




Categoria: ESTERI
03/07/2017 alle ore 12:08



Il presidente di Total, Patrick Pouyanné, oggi lunedì 3 luglio firmerà a Teheran un accordo da 4,8 miliardi di dollari (4,2 miliardi di euro; ndr) per sviluppare un importante giacimento di gas naturale: la notizia apre la prima pagina del quotidiano economico "La Tribune" in cui si sottolinea come, con questo storico contratto ottenuto alla testa di un consorzio internazionale, il gruppo francese diventi la prima compagnia petrolifera occidentale a tornare in Iran dopo la fine delle sanzioni. La firma dell'accordo è stata annunciata da un comunicato del ministro iraniano del Petorlio, Bijan Namdar Zanganeh; da parte sua Total in un comunicato ha spiegato che il gas prodotto "alimenterà il mercato domestico iraniano a partire dal 2021". Il consorzio che ha vinto l'appalto per lo sviluppo del lotto 11 del giacimento gassifero Pars-Sud è costituito al 50,1 per cento da Total, al 30 per cento dal gruppo China National Petroleum Corporation (Cnpci) e per il restante 19,9 per cento dalla società statale iraniane Petropars. La firma è arrivata nonostante l'opposizione della nuova amministrazione del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ostile all'accordo nucleare tra l'Iran e le grandi potenze (Usa, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna e Germania) concluso nel 2015 durante la presidenza del suo predecessore Barack Obama. Benché gran parte delle sanzioni internazionali contro la Repubblica Islamica siano state levate sin dal gennaio 2016, la posizione ostile di Trump ha reso difficile la normalizzazione delle relazioni economiche tra l'Iran ed il resto del mondo. In effetti alla metà dello scorso mese di giugno il Senato Usa ha votato a schiacciante maggioranza una legge che impone nuove sanzioni all'Iran, a causa del suo "sostegno al terrorismo internazionale"; la legge deve ancora essere esaminata dalla Camera dei Rappresentanti e solo successivamente potrà essere firmata dal presidente Trump: ma ciò è bastato per rendere le grandi banche internazionali assai reticenti a concedere prestiti e finanziamenti alle società che lavorano con Teheran, temendo che poi Washington gliene faccia pagare lo scotto. L'Iran dispone delle seconde riserve di gas dopo la Russia e delle quarte riserve petrolifere mondiali: ma l'industria iraniana degli idrocarburi ha bisogno di enormi investimenti stranieri per essere ammodernata e sviluppata. La Repubblica Islamica spera dunque che l'effettivo arrivo di Total possa incoraggiare altre compagnie occidentali ed asiatiche a seguirne l'esempio: negli ultimi mesi Teheran ha firmato numerosi protocolli di accordo con società europee, asiatiche e russe, che però finora sono rimasti allo stadio di dichiarazioni d'intenti. Da parte sua Total, che con il contratto Pars-Sud è diventato il terzo grande gruppo francese a tornare in Iran dopo i costruttori automobilistici Psa e Renault, spera di essersi così aperta la strada ad altre "opportunità" nei settori petrolifero, gassifero e petrolchimico iraniani.

 © Agenzia Nova - Riproduzione riservata