Abruzzo, quel flop mobilità e il super ticket ancora lì


Per la precisione, il saldo negativo ammonta a meno 72.045.072 euro. Un botto


di Lilli Mandara
Categoria: Maperò
06/08/2018 alle ore 00:11

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I pazienti in fuga dall’Abruzzo sono tanti, tantissimi. Non come in Puglia, Sicilia, Lazio, Campania e Calabria, ma comunque tantissimi. Si chiama mobilità sanitaria passiva e il saldo della Regione Abruzzo è definito in un dossier del Sole 24 ore “Saldo negativo rilevante”, cioè oltre i cento milioni. Insomma l’Abruzzo in questo settore sta messo maluccio, anzi malissimo.

Per la precisione, il saldo negativo ammonta a meno 72.045.072 euro. Un botto. E’ in buona compagnia, la Regione Abruzzo, con Basilicata, Liguria, Piemonte, Marche, Sardegna. Significa che moltissimi pazienti scelgono di andare a farsi curare altrove, non giudicando sufficientemente affidabili le cure che vengono prestate in Abruzzo.

Ma non è il solo gap. A una fuga che purtroppo dura da anni e non si arresta più, la Regione Abruzzo ci aggiunge dell’altro. Un carico da undici: a distanza di tre mesi dall’annunciazione, l’assessore alla Sanità Silvio Paolucci che sta girando in lungo e in largo per parlare della sanità, non ha ancora tagliato il super ticket. Il tavolo di monitoraggio ha fatto storie, e quindi si poteva evitare di annunciare una iniziativa che, si poteva immaginare, non sarebbe mai partita.

Eppure, a maggio, Paolucci sbandiera che a partire dal 1 luglio, il super ticket da 10 euro sulla specialistica ambulatoriale sarebbe sparito. Le esenzioni, ha sottolineato in ben due comunicati, avrebbero riguardato le famiglie a basso reddito e interesseto la metà dei cittadini abruzzesi: esenzione fino a 8.263,31 euro e dimezzamento per redditi compresi tra gli 8.263,32 e i 30.000 euro. In attesa di abolirlo per tutti. La grancassa si è spenta subito: è passato più di un mese dal primo luglio e il super ticket è ancora lì.

Sulla mobilità passiva, la brutta figura è ancora peggiore. Secondo il report del Sole, le Regioni con maggiore indice di fuga sono Lazio (13,9%) e Campania (10,1%) che insieme contribuiscono a quasi un quarto della mobilità passiva; un ulteriore 29% riguarda Lombardia (7,7%), Calabria (7,5%), Puglia (7,4%), Sicilia (6,5%). Il rimanente 46,8% della mobilità passiva si distribuisce nelle rimanenti 15 Regioni.

Mentre le Regioni con maggiori capacità attrattive sono la Lombardia (25,2%) e l’Emilia Romagna (13,3%), che insieme ricevono oltre 2/3 della mobilità attiva; un ulteriore 27% viene attratto da Veneto (8,7%), Toscana (7,8%), Lazio (7,7%) e Piemonte (4,5%). Il rimanente 33% della mobilità attiva si distribuisce nelle rimanenti 15 Regioni, oltre al Bambin Gesù (€ 195,4 mi- lioni) e all’Acismom (€ 43,7).

La conclusione è una sola e i dati la documentano: la forte capacità attrattiva delle grandi Regioni del Nord a cui corrisponde quella estremamente limitata delle Regioni del Centro-Sud.

ps: e l’Abruzzo in coda. Inefficienze & annuncite non le fanno certo bene.

 

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