Il tradimento in amore: tasgressione o riscoperta (di sé e dell'altro)?


Oltre il 30% delle coppie "scoppia", proprio durante le vacanze estive, secondo la maggior parte degli psicoterapeuti


di Bruna Silvidii
Categoria: Psiconauta
30/07/2018 alle ore 16:22



“Il tradimento appartiene all’amore come il giorno alla notte” (U. Galimberti, 2004). Oltre il 30% delle coppie “scoppia”, proprio durante le vacanze estive, secondo la maggior parte degli psicoterapeuti della coppia.

Le motivazioni di queste frequenti rotture possono essere ricondotte, da una parte, all’eccesso di aspettative ed ansie di cui la vacanza viene caricata, durante tutto l’anno, e che invece finisce spesso per trasformarsi in situazioni di litigio; dall’altra, durante la pausa estiva, cadendo una serie di tabù, aumentano le occasioni d’incontro e la tentazione di trasgredire.

Dunque, il tradimento si esprime come occasione di evasione temporanea dalla routine della coppia, ma potrebbe rappresentare anche il sintomo di un problema già presente in essa. In realtà forse dovremmo chiederci se, avere più tempo da trascorrere insieme al proprio partner, sia sempre un bene. Durante le ferie, infatti, la possibilità di parlarsi e confrontarsi senza fretta, potrebbe far emergere nuclei conflittuali non risolti.

Nel periodo estivo si finisce col vivere molto di più “gomito a gomito”, rispetto al resto dell’anno, quando impegni di lavoro ed orari, a volte, differenti, fanno si che le occasioni per vivere la quotidianità, siano meno frequenti ed intense. Sembrerebbe che quando le coppie sono occupate nelle normali cose di tutti i giorni, sia abbastanza facile porre qualsiasi problema nel “dimenticatoio”, perché i partners, sono coinvolti nella routine della vita quotidiana.

La coppia non è caratterizzata soltanto dall’unione tra due persone, ma dall’insieme e dalla correlazione di alcune specifiche dimensioni psicologiche, quali quelle: emotiva, sessuale, e sociale. La relazione scaturisce, dunque, dal riflesso bidirezionale dei rispettivi componenti. La crisi di coppia può subentrare, quando si sviluppa una dis-armonia, all’interno di una o più delle suddette variabili.

Sebbene in alcuni casi, il tradimento porti alla rottura definitiva, in altri può far riemergere sentimenti e situazioni mai analizzate prima, che vengono affrontate con più consapevolezza, per poi migliorare il rapporto di coppia.

Solo se si evita di cadere in una delle diverse risposte emotive, alle quali la coppia può rimanere ancorata, come per esempio “ … la vendetta, che ha lo scopo di scaricare una tensione; la negazione, in cui si nega il valore dell’altro prima idealizzato; il cinismo, secondo cui l’amore è sempre una delusione” (U. Galimberti, 2004), l’esperienza del tradimento può rivelare il suo aspetto più creativo ed evolutivo, per la dimensione di coppia. Lo stimolo creativo presente in esso, dà i suoi frutti, soltanto se entrambi i partners fanno un passo in avanti, cercando insieme una spiegazione dell’accaduto.

Nel senso più ampio del termine, tradire significa affrancarsi da una appartenenza e creare una nuova dimensione identitaria, non più protetta, da un rapporto fiduciario. Come riporta J. Conrad, nella sua opera “Con gli occhi dell’Occidente”, (1911) “ in realtà l’unica cosa che l’uomo può tradire è la sua coscienza”. Il tradimento, come rottura della fiducia, in qualche modo segna l’atto di nascita della coscienza.

Il tradimento cosiddetto “estivo” può, dunque, condurre ad un doppio esito: alla separazione definitiva della coppia, conseguente alla ri-nascita di una maggiore consapevolezza di sé, o alla riscoperta delle potenzialità insite nella dimensione di coppia, con un conseguente rinsaldamento delle sue dinamiche vitali.

Talvolta può accadere che dopo l’esperienza del tradimento, alcune coppie decidano di intraprendere un percorso di psicoterapia al fine, sia di elaborare sul piano emotivo, alcune dinamiche infantili proiettate nella relazione a due, sia di sublimare le spinte pulsionali aggressive che potrebbero aver condotto, alla rottura del precedente equilibrio. Ciò non può che essere positivo, per entrambi i partners.

D’altro canto l’amore è un orizzonte sconfinato: vi sono tanti modi di amare, quanti sono gli uomini e le donne. La formazione di una matura disponibilità all’amore e la capacità di mantenerlo nel rispetto e nel bene di se stessi e degli altri è strettamente correlata alla “capacità di capire ed amare di più se stessi”, poiché soltanto questa condizione rende liberi e “capaci di amare meglio e di più gli altri” (G. D’Acquino, 2002).

 

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