Grasso deciderà il destino di Dalfy


Dei 13 iniziali incompatibili sono rimasti solo in due: due irriducibili di Camera e Senato (solo Dalfy al Senato)


di Lilli Mandara
Categoria: Maperò
27/07/2018 alle ore 10:00

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Sarà Pietro Grasso a occuparsi dell’incompatibilità del presidente-senatore Luciano D’Alfonso. Lo ha detto il presidente della Giunta per le incompatibilità Maurizio Gasparri che però non si è detto sicuro che il caso possa essere affrontato prima della pausa estiva

“Mercoledì c’è stata una prima riunione in cui sono stati definiti i relatori per le singole regioni e a occuparsi dell’Abruzzo sarà Pietro Grasso”. Attiveremo al più presto tutte le procedure”,

ha assicurato Gasparri. Al quale ha fatto eco Roberto Giachetti:

“Abbiamo costituito il sottocomitato che si occupa delle incompatibilità, ci rivedremo martedì e ci occuperemo preliminarmente di questi casi”.

E non dovrebbe essere troppo difficile, visto che dei 13 iniziali incompatibili sono rimasti solo in due: due irriducibili di Camera e Senato (solo Dalfy al Senato), di cui si è occupata ieri Repubblica. Proprio nelle ultime ore ha rinunciato all’incarico alla Regione Andrea Rossi del Pd che si era già dimesso da consigliere ma solo ora ha lasciato il ruolo da sottosegretario. Per evitare forse l’umiliazione della decisione della giunta per le elezioni.

Invece resta aggrappato al doppio incarico Luciano D’Alfonso, insieme a Dario Galli leghista sindaco di Tradate e a Leonardo Tarantino, sindaco di Samarate. Dalfy, dal canto suo, le ha finora scampate tutte: il Consiglio regionale prima e il tribunale dell’Aquila poi, proprio qualche giorno fa, hanno stabilito che non c’è incompatibilità o che la stessa non sussiste finché non lo avrà stabilito la giunta per le elezioni.

ps: è certo che due soli casi si possono sbrigare in fretta. E se la giunta per le elezioni non dovesse riuscirci prima della pausa estiva, a beneficiarne non sarà solo D’Alfonso e il Pd ma lo stesso centrodestra, che non è ancora pronto alla sfida delle Regionali: a differenza del Pd, che dice di avere in tasca le candidature di Legnini e di Paolucci, Forza Italia e la Lega non si sparano per la polvere e un candidato unitario non ce l’hanno ancora.

 

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