Viale Bovio pericolante, arriva lo sfratto


A rischio l'incolumità dei dipendenti e anche del presidente della Regione Luciano D'Alfonso con tutto il suo staff


di Lilli Mandara
Categoria: Maperò
25/04/2018 alle ore 13:00

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Sfrattato: per ora soltanto dagli uffici. Deve essere sgomberato al più presto l’edificio di viale Bovio, è a rischio l’incolumità dei dipendenti e anche del presidente della Regione Luciano D’Alfonso con tutto il suo staff.

La lettera della dirigente del servizio Risorse e organizzazione Eliana Marcantonio è arrivata una settimana fa: via il dipartimento dello Sviluppo rurale e della Pescara, lo Sviluppo economico dovrà spostarsi in via Passolanciano, le strutture di diretta collaborazione del Presidente D’Alfonso sarà dislocato all’Aquila o al settimo piano di Piazza Unione e tutto il restante personale negli uffici di via Catullo di proprietà della Camera di Commercio.

Non c’è tempo da perdere, ci sono gravissimi problemi di staticità, risponde il dirigente del Servizio tutela della salute e della sicurezza sul lavoro della Regione Carlo Giovani: l’edificio di viale Bovio è ad altissimo rischio “perché originariamente progettato per una civile abitazione, diversa quindi dalla attuale destinazione d’uso a uffici pubblici (che prevede carichi di servizio maggiori); la progettazione di travi e pilastri risulta quindi effettuata per carichi inferiori; molti elementi strutturali (travi e pilastri) risultano non verificati (allo stato limite di danno) per azioni sismiche orizzontali”.

Quindi lo sgombero ha carattere di “necessità e improcrastinabilità”: viale Bovio dovrà o cambiare la propria destinazione d’uso e tornare ad abitazione civile oppure subire interventi di ristrutturazione.

Lo sgombero per la verità doveva essere effettuato già due anni fa, quando venne chiuso l’edificio gemello di via Raffaello. I lavori per metterlo a norma comportano interventi per un milione e 350 mila euro.

La richiesta fatta da Giovani per mettere a norma tutti gli edifici regionali, adeguamento alle norme di sicurezza e prevenzione incendi, prevede la bellezza di 3,85 milioni di euro. Ma la Regione non investe in prevenzione, neppure se è in ballo la sicurezza dei propri dipendenti.

Non solo non sono stati avviati interventi di ristrutturazione ma neppure le più elementari misure di salvaguardia, suggerite dal dipartimento Risorse e organizzazione: scrive infatti la Marcantonio nella sua lettera che la Regione avrebbe dovuto provvedere all’ ”alleggerimento dei carichi accidentali, alla rimozione degli armadi, mobilio e carichi verticali, sgombero delle vie di uscita, scarto del materiale d’archivio ed eliminazione del materiale di manifesta inutilità, divieto di incremento del carico antropico”.

Niente di niente, anzi.

I soldi non ci sono, non sono mai stati stanziati, nemmeno per la prevenzione. E non è stato dato seguito neppure al suggerimento della Marcantonio di procedere a “piani di alienazione di immobili non più utilizzati per fini istituzionali”, che avrebbero avuto lo scopo di reperire quelle risorse finanziarie necessarie per la sicurezza “e mai stanziate sul pertinente capitolo di bilancio”.

ps: Adesso la palla passa nelle mani di Fabrizio Bernardini, che dovrà intanto trovare 65 mila euro per il trasloco, e soprattutto dare la sveglia al presidente.

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