Ecco perché dopo il voto le leadership di M5S e Lega saranno messe alla prova


Luigi Di Maio a rischio Tsipras, Matteo Salvini a rischio Fini


di l'innocente
Categoria: CapoVerso (rubrica innocente)
14/03/2018 alle ore 09:30

Tag correlati: #capoverso#dimaio#linnocente#pd#salvini

Potrebbe essere un futuro da leader, il loro. Ma, bisognerà che mostrino di averne la stoffa. Perchè, dietro l'angolo, per Luigi Di Maio c'é il rischio Tsipras e per Matteo Salvini c'é il rischio Fini. Cioè, il rischio di farsi imbrigliare per il pentastellato e quello di farsi intortare per il leghista.

Dopo il clamoroso esito del voto che, ricordiamolo, ha certificato esserci in Italia una maggioranza assoluta che chiede un rinnovamento vero (fatto unico nella storia della Repubblica!) sono immediatamente cominciate le manovre avvolgenti verso i due vincitori delle elezioni.

I CinqueStelle sono stati subissati di attenzioni e di consigli interessati dai pasdaran dell'intangibilità dell'Unione europea e dall'establishment confindustriale mentre la Lega ha subìto la moral suasion degli emissari del Colle e dello stesso Berlusconi (consigliato dal riemerso Gianni Letta). Interlocutori diversi con un comune obiettivo: sterilizzare il prima possibile il dato elettorale e convincere i due (o, almeno, uno di loro) a venire a patti, a dialogare per intese che siano le più larghe possibili e che scongiurino un immediato ritorno alle urne.

Per Luigi Di Maio è, in sostanza, già pronta una sorta di cura Tsipras. Ovvero quella cui è stato sottoposto il protorivoluzionario greco al suo arrivo al governo di Atene. Tsipras, che piaceva proprio tanto alla gente che piace, diede addirittura il nome ad una lista che servì, in Italia, a regalare un seggio a Strasburgo a due soliti noti della sinistra radical-chic: la figlia di Altero Spinelli e il giornalista di 'Repubblica' Curzio Maltese. Ma la promessa rivoluzionaria finì così.

E, per il giovane Alexis, passare da presunto neo liberatore delle masse a suddito deferente dell'Unione che avrebbe voluto rivoltare come un calzino, il passo fu brevissimo.

Tanto è vero che, per mantenersi al governo, Tsipras fu costretto a genuflettersi ai mercati e alla Merkel. Alla quale dovette pure svendere le maggiori infrastrutture greche: un capolavoro di sudditanza!

Né più né meno rischia Matteo Salvini, oggetto anch'egli di plurime e assai interessate attenzioni. L'intento, col leghista che nel centrodestra ha nettamente prevalso su Berlusconi portando la sua Lega dal 4 al 17 per cento, è anch'esso palese: aggiogarlo come fu fatto, anni orsono, col defunto (politicamente!) Gianfranco Fini.

Con la differenza che, mentre nel 2010 le Sirene con le sembianze di Giorgio Napolitano e Giuliano Amato convinsero l'ex leader della destra italiana a muovere guerra al Cavaliere di Arcore per disarcionarlo, oggi è proprio il vecchio Silvio Berlusconi, nelle sue nuove vesti di garante dei poteri sempreforti e filo Ue, a cantare l'irresistibile e suadente melodia del potere alle orecchie di un tutt'ora riottoso Salvini.

Ecco perciò che, comunque vada, per entrambi i vincitori delle politiche la strada appare segnata: se cederanno ai richiami e tradiranno la fiducia e il mandato ricevuto, saranno condannati ad un rapido oblio; se invece resisteranno a ricatti e lusinghe il loro potrebbe davvero essere un futuro da leader.

 

twitter@ImpaginatoTw