Ragazze! Siate cattive


L'occhio del gatto, il film, #decimaMusa



Categoria: Maperò
11/06/2017 alle ore 11:06



#unevie (Regia: Stèphane Brizé. Con: Judith Chemla, Jena Pierre Darroussin, Swann Arlaud, Yolande Moreau, Olivier Perrier, Clotilde Hesme, Alain Beigel, Finnegan Oldfiel. Genere: Drammatico)


Il film è tratto con rigore dal romanzo omonimo di Guy de Maupassant. Dunque ambientato tra settecento e ottocento, nella campagna del nord della Francia. I protagonisti sono nobili, proprietari terrieri, benestanti e rispettati. Ci sarebbero le condizioni per pensare che si tratti di un film “in costume”, una ricostruzione d’epoca della vita di Jeanne. Invece, con un formato quadrato 4:3 e l’utilizzo costante di inquadrature in primo piano, si tratta di un’opera di grande profondità psicologica che affronta temi senza tempo, narrando, con lentezza e continui flashback, la vita da adulta di una giovane nobile: pura e ingenua, figlia unica amata, cresciuta con solidi principi religiosi, educata in modo tradizionale ad essere moglie fedele e devota. Tanto nitore si scontra con le cose della vita vera, l’inganno del suo uomo, delle amiche più care, persino della madre. Jeanne deve fare i conti con il tradimento, con la delusione di tutti i suoi semplici ideali: il marito, che ai suoi occhi doveva essere il principe azzurro, cede costantemente ad altri desideri, ad altre donne, molto diverse da lei. La sua giovinezza e bellezza sono intaccate da ripetute delusioni ed anche la maternità non le porterà alcuna realizzazione affettiva. Si aggrappa alla sicurezza del padre, l’unico che non le volta mai le spalle: con lui condivide un rapporto stretto con la terra, che coltivano insieme, piantando e seminando. Il racconto di questa vita drammatica ha la cadenza delle stagioni vere, quelle vissute in campagna, pioggia sole gelo vento rinascita primaverile. C’è, sempre, la presenza dell’acqua: piove molto in Normandia e oltre i campi c’è l’oceano in tempesta, dove Jeanne si rifugia, scappando dalle disavventure della sua vita. Il grande scrittore francese ha narrato una sconfitta: chi è puro e disarmato non può resistere, non ha gli strumenti per vivere. E la chiesa, che conduce i costumi ed i comportamenti, non è certo consolatoria, ma non fa che aggravare la situazione, con la rigidità di principi che già ai primi dell’Ottocento apparivano superati. Alla fine però ci sarà uno spiraglio di luce, non disperate: “la vita non è né bella né brutta come si crede”. Scorre, come le stagioni. Va vissuta e basta e (forse) vanno trovati gli antidoti contro i tradimenti e le delusioni. Essere ragazze un po’ più “cattive” di Jeanne certamente servirà. Dedicato a chi ama il francese perché non è doppiato ma solo con sottotitoli.