Caso Gerusalemme, la parola a Netanyahu




Categoria: ESTERI
11/12/2017 alle ore 17:07



Caso Gerusalemme, la parola a Netanyahu che da Bruxelles analizza il caos in Medio Oriente dopo la decisione di Trump.

Il premier israeliano  incontra nella capitale belga i vertici dell'Unione Europea, dopo essere stato ricevuto domenica scorsa dal presidente francese Macron e dall'Alta rappresentante Ue per gli affari esteri, Federica Mogherini.

Ordine del giorno: la scelta Usa nel considerare Gerusalemme capitale di Israele.

Netanyahu ha giudicato tale decisione come il naturale riconoscimento di un fatto storico, ribadendo: "Trump ha messo in chiaro i fatti, nero su bianco. Gerusalemme è la capitale di Israele e affermarlo non è un ostacolo alla pace, ma un passo verso la pace perché per arrivare alla pace occorre riconoscere la verità."

Non è dello stesso parere Emmanuel Macron, che invece sottolinea la pericolosità della crisi e il suo totale appoggio alla soluzione diplomatica, ossia quella di considerare necessariamente l'esistenza di due Stati e la parte Est della città contesa come capitale della Palestina : "La pace è in pericolo, chiediamo a Israele un gesto coraggioso verso i palestinesi” - ha chiosato il Capo dell'Eliseo.

Nel pomeriggio intanto, Vladimir Putin è atteso ad Ankara per un vertice di emergenza con il presidente turco Erdogan. La "coppia" potrebbe diventare un importante punto di riferimento per coloro che contrastano la scelta della Casa Bianca: "Gli Stati Uniti sono diventati partner dello spargimento di sangue con la loro decisione di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele - ha commentato Erdogan - La dichiarazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump non ci vincola, né vincola Gerusalemme. Coloro che rendono difficile la vita a Gerusalemme per i musulmani e le altre fedi, non possono lavare il sangue dalle loro mani".

Tra le intenzioni di Putin quella di coinvolgere nel delicato braccio di ferro anche l'iraniano Hassan Rouhani, creando di fatto un' ideale asse d'intesa Russia-Turchia-Iran.