Come si chiamerà e cosa sarà la Cosa rossa: la versione "unitaria" di Melilla


Il deputato abruzzese di Mdp spiega come la sinistra dovrebbe farsi di governo e non settaria o estremista



L’alternativa di sinistra al Pd di Renzi, la “cosa rossa”, è pronta. Il 3 dicembre, a Roma, Mdp, Possibile e Sinistra italiana sanciranno l’intesa per presentare alle prossime elezioni un’unica lista di sinistra, autonoma e alternativa rispetto agli altri poli. Soddisfatto Pier Luigi Bersani: “il 3 dicembre metteremo in moto un percorso nuovo, una sinistra plurale e civica che proporrà al Paese di ridurre le disuguaglianze”.

Non si sa ancora se Pietro Grasso sarà votato o eletto per acclamazione, ma ormai la sua leadership a sinistra sembra sicura: all’assemblea di domenica proporranno tutti il presidente del Senato, non ci saranno candidati alternativi. Intanto, con un comunicato da Montecitorio, Laura Boldrini prova a placare le voci sulla sua possibile futura collocazione politica. La presidente della Camera fa sapere che si atterrà esclusivamente ai suoi doveri istituzionali e solo al termine dell’esame della Legge di Bilancio, che la vede impegnata in queste settimane, “farà conoscere le sue scelte rispetto alle elezioni”.

 

GRASSO & BOLDRINI

“Comprendo perfettamente la prudenza dei presidenti della Camera e del Senato – dice a ImpaginatoQuotidiano  il deputato Mdp-Art. 1 Gianni Melilla - soprattutto in un momento come questo, nel quale la politica è avvelenata. È giusto che prendano il tempo necessario affinché la loro scelta non venga strumentalizzata e che si aspetti il termine della legislatura”.

Non vuole indicare la sua preferenza, “rappresentano entrambi un’ottima soluzione - sostiene Melilla, che però sembra propendere per  Grasso -. Il presidente del Senato è un personaggio di altissimo livello, che va molto al di là della politica, è stato magistrato in prima fila nella lotta alla mafia siciliana, ha svolto l’incarico di procuratore della Repubblica di Palermo, fino a essere nominato Procuratore Nazionale antimafia”.  

In questi giorni si sta discutendo del possibile nome della nuova formazione, mentre per sapere quale sarà il simbolo della “cosa rossa”, si dovrà attendere forse fino a Natale. Tra i nomi preferiti ci sono “Italia Progressista”, “Futura”, "La sinistra", "Libertà e uguaglianza".

C’è chi, però, come Massimo D’Alema, sostiene che la parola sinistra non rende l’idea: “Ci sono state 151 assemblee con 45 mila persone, la maggior parte non inquadrate in nessun movimento – spiega l’ex premier -. Il processo ha visto una partecipazione larga, dal basso, con una piattaforma ampia. La parola sinistra non ci sarà”.

 

QUALE SINISTRA?

Quello che conta, secondo Melilla, invece, “non è includere o meno la parola sinistra. D’Alema ha espresso la sua opinione, così come hanno fatto gli altri. Io sono un uomo di sinistra, legato alle esperienze del comunismo e del socialismo italiano – sottolinea il deputato abruzzese -. La sinistra a cui guardo però non è settaria o estremista, ma è una sinistra di governo che ha l’obiettivo di trasformare le cose e risolvere alcune situazioni”.  

Ricorda che la "cosa rossa" deve trovare un nome che riesca a comunicare alle persone i valori dell’uguaglianza e della giustizia sociale, “la vera radice della sinistra”. Immagina il contenitore riformista come una forza che non sia antagonista al Pd, ma che sia invece in grado di competere con i dem.

“Non esiste la possibilità che la sinistra possa prendere il 50% dei voti più uno, è quindi necessario allearsi anche con le forze di centrosinistra e mi piacerebbe nascesse un contenitore che raccolga un’ampia rosa di forze - rimarca Melilla -. Forze comuniste, socialiste, ambientaliste, sindacali, femministe, anche cattoliche, democratiche e laiche. Il risultato deve essere una sintesi  che comprenda tutte queste realtà”.

Guarda avanti il parlamentare abruzzese e pone una condizione: “la lista elettorale che presenteremo, per avere senso, dovrà sfociare in un partito, altrimenti si rivelerà un’operazione inutile e sarà solo un nuovo arcobaleno destinato ad essere sconfitto. Il Paese invece  - conclude Melilla- deve avere la possibilità di scegliere un soggetto innovativo, che sia in grado di includere il meglio delle figure progressiste, non sono solo di sinistra, ma molto al di là dei tradizionali confini”.

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