Gentiloni: Ue ci rimprovera? Migliorato molto nostro deficit


Ma per le opposizioni invece Renzi e il premier lasciano una pesante eredità al prossimo governo, con la "bomba" Iva pronta a esplodere


di Ester Cartolaro
Categoria: Transatlantico
15/11/2017 alle ore 14:49



Roma. "Si parla di rimproveri europei ma abbiamo migliorato molto il nostro deficit. C'è l'orgoglio di aver fatto passi in avanti". Il giorno dopo l'annuncio della Commissione europea di voler inviare una nuova lettera all'Italia sui conti pubblici, il premier Paolo Gentiloni ricorda i dati positivi conseguiti negli ultimi mesi. Il Pil, infatti, nel terzo trimestre è cresciuto dello 0,5%, mettendo a segno il dato migliore da sei anni. Tuttavia, i dubbi sulla tenuta dei conti italiani serpeggiano non solo in Europa ma anche nell'opposizione. Le prospettive di crescita, "che ci vedono al 1,8 per cento - sottolinea Gentiloni all'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università Cattolica -, dimostrano che non siamo più il fanalino di coda dell'Unione europea". Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan è ancora più fiducioso. "Ci aspettiamo un calo deciso del debito in un prossimo futuro" grazie alla più alta crescita del Pil nominale, sostiene, stimando che la crescita del Pil quest'anno "sarà dell'1,5 per cento rispetto all'anno scorso, ma forse anche piu' larga". Ma il capogruppo di Forza Italia alla Camera Renato Brunetta parla di "un debito pubblico che aumenta, una produttività che diminuisce e conti pubblici a livelli molto preoccupanti, come certificato ieri anche dal vicepresidente della Commissione Europea Jyrki Katainen". Sarebbe il caso, auspica, che "il ministro Padoan smettesse di raccontare bugie sullo stato dell'economia italiana e pensasse seriamente a lasciare al piu' presto la sua poltrona di via XX settembre". E Raffaele Fitto, presidente di Direzione Italia, conclude: "la lettera di Katainen sui conti pubblici italiani contiene due cattive notizie: non solo un giudizio negativo ma anche il fatto che il conto sarà presentato al prossimo Governo. Renzi e Gentiloni lasciano dunque una pesante e negativa eredità, a partire dalle clausole di salvaguardia, cioè una bomba-Iva pronta a esplodere".

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