Quasi un milione di euro per le spese sostenute per gli interventi antincendio. Danni diretti per oltre 120 milioni, di cui 84 milioni solo ai boschi. E soprattutto un danno indiretto per altri 2,5 miliardi in termini di perdita di prodotto interno lordo per gli effetti che questo disastro provocherà potenzialmente al turismo, agli ecosistemi, all’economia rurale e, tra le altre cose, anche ai prodotti di nicchia. E’ questo il conto, per difetto, dell’emergenza incendi in Abruzzo. Secondo un report elaborato dalla regione presieduta da Luciano D’Alfonso ed allegato alla richiesta al governo in vista della dichiarazione di emergenza nazionale. Il dossier sollecita “un investimento straordinario” che consenta “di riavviare un processo di crescita per le aree colpite” e pari “al 7-10 per cento del decremento previsto del pil regionale”: una cifra che si aggira, insoma, intorno a 200-250 milioni di euro.
Secondo i dati inviati dalla regione Abruzzo a Palazzo Chigi, tra l’inizio di luglio e la fine di agosto si sono verificati quasi 210 eventi che hanno richiesto l’impiego di 15 mila uomini tra volontari di protezione civile, personale dei Vigili del Fuoco, dell’Esercito e dei Carabinieri della Forestale. Nelle operazioni di spegnimento sono stati impegnati “una media di 4 velivoli al giorno della flotta nazionale; un totale di n.4 velivoli, a più riprese, appartenenti a Stati esteri; un elicottero contrattualizzato dalla regione Abruzzo nel mese di agosto”. Mezzi che ‘hanno fatto piovere’ sulle aree attraversate dal fuoco, 1,4 milioni di litri tra acqua e schiuma. Un impegno che ha avuto, ovviamente un costo: 965 mila euro tra la convenzione con i Vigili del Fuoco (500 mila euro), i Carabinieri-Forestali (35 mila), il noleggio di un elicottero da parte della regione (80 mila), le spese per la colonna mobile dei volontari (350 mila euro).
Nonostante tutti gli sforzi, sono andati in fumo più di 5500 ettari di cui il 60 per cento di superfici boscate con “danni rilevanti e permanenti” al patrimonio boschivo. Patrimonio peraltro ricadente in aree di particolare pregio come il Parco nazionale della Majella, del Gran Sasso- Monti della Laga e del parco regionale Sirente Velino. Eventi di “straordinaria aggressività” che si sono susseguiti a partire dal 30 giugno e che hanno interessato in tutto 160 comuni abruzzesi.
Nel dossier elaborato dai tecnici per Palazzo Chigi a Roma si evidenziano le caratteristiche uniche del sistema agroforestale colpito. La copertura boschiva in Abruzzo rappresenta circa il 43 per cento del territorio: la superficie forestale è pari a circa 390 mila ettari, per il 78 per cento di proprietà pubblica e per il 22 per cento di privati. “Oltre alla evidente consistenza della superficie forestale regionale, emerge la complessità ecosistemica dei boschi abruzzesi. L’elevata variabilità di specie, aggiunta alle difficoltà orografiche del territorio, se da un lato rende i boschi ancora più pregiati da un punto di vista ambientale, dall’altro ne rende più complessa la gestione”. Un patrimonio che “svolge un ruolo di caratterizzazione e qualificazione del paesaggio, grazie alla conservazione di ambiti incontaminati di grandissimo valore paesaggistico e di forte attrazione turistica”. Gli incendi, come emerge dai dati inviati a Palazzo Chigi, hanno determinato una “significativa variazione” a tale patrimonio identitario, già duramente provato da una analoga emergenza del 2007 quando andarono perduti 21 mila ettari di superficie.