Facciamo i conti in tasca all'Italia sui Fondi europei? Speso solo il 23%


L'Italia versa ogni anno a Bruxelles 15 miliardi e ne prende 9: su oltre 75 miliardi di risorse utilizzate poco più di 17


di Leonardo De Santis
Categoria: ABRUZZO
14/06/2019 alle ore 08:20



L'Italia dà più di quanto riceve dall'Europa: 15 miliardi contro 9 all'anno, in media. Eppure non ha ancora imparato a spendere bene quel che incassa, nei tempi giusti e per fare le cose importanti. Sin qui ha presentato a Bruxelles "scontrini" per soli 17,3 miliardi su 75,2 di fondi strutturali e di investimento del ciclo 2014-2020: il 23%, appena un miliardo certificato ogni quattro assegnati. Una tradizione di lentezza e indolenza figlia anche di un sistema amministrativo elefantiaco ed inadeguato. 

Con un finale già scritto, che si ripete ad ogni settennato di programmazione dei soldi Ue: si cincischia per anni, si corre solo alla fine, col fiato sul collo di dover restituire risorse preziose. Eppure senza quei fondi Ue il Sud, che ne beneficia all'85%, sprofonderebbe: l’Italia tutta avrebbe meno strade, ponti, scuole, sanità, metropolitane, fibra ottica, ciclovie, bus ecologici e potrebbe fare molta meno assistenza agli anziani, al territorio sfibrato dal dissesto idrogeologico, agli edifici pubblici da rendere eco-efficienti.

Le aziende rinuncerebbero a crediti di imposta e incentivi mentre le politiche per l'occupazione farebbero a meno di Garanzia Giovani e bonus Sud, lo sgravio contributivo che ha portato 240 mila nuovi assunti stabili nel 2017-2018. Nel settennato 2007-2013 i 91,7 miliardi di fondi europei assegnati all'Italia, compreso il cofinanziamento nazionale, senza il quale quei soldi non possono essere spesi, sono finiti in 949.556 progetti, dalle fioriere ai corsi di formazione.

Una polverizzazione che non ci può rendere orgogliosi: ne abbiamo restituito per insipienza 52 milioni. Pochi se si guarda il totale, ma comunque uno spreco.

2018

Al 31 dicembre del 2018, grazie ai dati elaborati dal centro studi della Uil, servizio politiche territoriali, sono già tre i programmi che non hanno raggiunto il target prefissato, per 71 milioni. Tra questi il Pon inclusione, un programma che il ministro del lavoro Luigi Di Maio voleva usare per finanziare il reddito di cittadinanza (ipotesi irrealistica), ora sul punto di ritornare a Bruxelles per 25 milioni.

Una discreta somma, se si considera come l'intero decreto Crescita ne valga 500. Alla luce di ciò, appare in modo netto ed evidente come l'Italia dovrebbe invece battersi a Bruxelles per scorporare il cofinanziamento dal deficit: il vincolo rallenta la spesa delle regioni. Si deve tenere ben a mente che il 70% dei 43 miliardi di investimenti pubblici annui dell'Italia è reso possibile anche per la presenza dei fondi Ue.

ABRUZZO

Di conseguenza anche e soprattutto la nostra regione viene travolta dalle tipiche e note debolezze italiane, quando si parla di fondi Ue: burocrazia, sistemi amministrativi fragili, codice appalti che cambia in continuazione. In positivo però l’Ue è particolarmente impegnata nel preservare gli immensi spazi verdi: oltre un milione di fondi europei è stato investito per preservare la fauna e la flora del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e di quello della Majella.

Quasi 7 milioni di euro di risorse comunitarie sono invece state investite per sviluppare il progetto “Easy connecting”, a sostegno dei trasporti ed in particolare dello sviluppo delle grandi reti transeuropee Ten-T. L’obiettivo è migliorare il trasporto di beni tra i paesi del Mediterraneo e valorizzarne i porti e le piattaforme logistiche.

Al centro degli investimenti dell’Unione c’è poi L’Aquila, dove l’Ue sta sostenendo la rinascita della città devastata dal tragico terremoto del 2009: le mura del XIII secolo sono state restaurate e valorizzate grazie ad un progetto cofinanziato dal Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr). Sempre grazie alle risorse comunitarie, nel capoluogo è stato edificato anche il primo tribunale in Italia costruito con tecniche bio-climatiche e con l’utilizzo di materiali naturali. Per sensibilizzare i cittadini sull’impatto delle politiche europee sul territorio, un camper con i colori della bandiera Ue sta seguendo i ciclisti dall’inizio della corsa, nell’ambito dell’iniziativa ‘Ue al Giro’.

Prossimo step per l'Abruzzo la scadenza di ingenti fondi nel prossimo gennaio.

 

 

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