Sarà un viaggio complesso quello del sottosegretario Giancarlo Giorgetti negli Usa. Non solo perché dovrà portare argomenti solidi a investitori e funzionari desiderosi di conoscere il reale stato di forma delle finanze italiane.
Ma soprattutto perché dovrà riuscire nell'arduo compito di dare aria allo slogan Italy first (tanto caro a Donald Trump) e al contempo spiegare come si possono stimolare nuovi investimenti quando si paga la gente per stare a casa (con il reddito di cittadinanza).
Il rischio di una manovra-bis è dietro l'angolo e in quel caso le risorse andranno da qualche parte comunque trovate: se aumento di iva o meno sgravi poco conta, il risultato finale sarà lo stesso, con i mugugni di imprese e libere professioni (soprattutto al nord).
Per cui è alla base del Destracentro che ci potrebbero essere le più significative novità. Non solo per gli attuali parlamentari di Forza Italia (molti dei quali si sussurra in Transatlantico sono pronti a passare con l'ex Carroccio), ma per il futuro del cosiddetto Polo Sovranista.
Fdi resta incollato al 4,5% nonostante le mosse in direzione di nuovi ingressi, come Raffaele Fitto e come sembra anche con l'ex vicepresidente del Parlamento Europeo, Mario Mauro. Per cui è la Lega che guida, oggi e a maggior ragione dopo le europee quando si renderà necessario un punto di caduta diverso dall'attuale.
Il M5s è a rischio implosione: dalla scomparsa di Gianroberto Casaleggio in poi è stato smarrito il confezionatore di idee e spunti. Restano solo i megafoni, i colonnelli delle strategie e un volto, Di Maio, che ha cambiato troppe volte opinione su dossier delicati, a dimostrazione di una non-leadership.
Cosa accadrà ai gruppi grillini di Camera e Senato nessuno sa dirlo, ma è evidente che sono in molti a guardare a nuovi approdi, consci che il M5s non ha vera certezza del domani. In questa cornice si inserisce il sogno probito della Lega, quello di andare da sole alle urne per provare a centrare l'ambizioso obiettivo del 51%.
Ma nel mezzo c'è da capire come uscire dal cono berlusconiano, ovvero verificare in che modo la prabola di Fi terminerà la sua corsa e in quanti sceglieranno la Lega oppure il progetto moderato di Renzi o Calenda.
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