La versione di Garpez: abbreviare conviene (ma non a tutti)


Riflessioni sul nuovo codice di procedura penale dopo i vari "lifting" modificativi


di Garpez
Categoria: La versione di Garpez
24/10/2018 alle ore 08:31

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Abbreviare conviene, ma non a tutti. Mi spiego meglio. Correva l'anno 1989 allorquando, un po' troppo frettolosamente data l'importanza della materia, entrò in vigore il nuovo codice di procedura penale. Quello che da quasi trent'anni si applica nelle aule di tribunale, nonostante gli svariati e spesso mal riusciti interventi di “lifting" modificativi.

Tra le riforme contestatissime, ad oggi la disciplina del rito abbreviato è quella che attira su di sé le maggiori critiche, non solo da parte di esperti e dotti giuristi, ma soprattutto di quel popolo nel cui nome la giustizia dovrebbe essere amministrata. Quali siano le caratteristiche del giudizio abbreviato, credo sia più o meno noto a tutti.

In sostanza lo Stato “premia" con uno sconto di pena secco (un terzo) l'imputato che accetti di farsi giudicare sulla base degli atti contenuti nel fascicolo del Pubblico Ministero così facendo risparmiare tempo, evitando di vedersela in dibattimento contro la pubblica accusa.

Oggi la scelta di accedere al rito abbreviato costituisce un diritto dell’imputato rispetto al quale il pubblico ministero non può porre alcun veto. In origine, invece, la richiesta dell'imputato era subordinata al consenso del Pubblico Ministero.

A quali soggetti “conviene” scegliere il giudizio abbreviato? Agli imputati evidentemente responsabili che non hanno praticamente alcuna speranza di essere assolti.

A quali soggetti non “conviene” il giudizio abbreviato? Alle parti offese che lo devono subire, dovendo accettare che, a fronte di reati gravissimi, lo Stato premi ad esempio un omicida che bontà sua, non ingolfa il lavoro dei giudici. Personalmente reintrodurrei il consenso del Pubblico Ministero, l'unica parte processuale in grado di garantire la tutela delle fasce deboli.

La scelta, poi, di escludere taluni reati di maggior allarme sociale è stata oggetto di numerose propagande elettorali, al momento rimaste tutte lettera morta.

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