Sta finendo il germanocentrismo o sta nascendo una nuova Europa?


La crisi del merkelismo come occasione di riflessione sul rinnovo dell'europarlamento


di Francesco De Palo
Categoria: Francesco De Palo
03/10/2018 alle ore 18:05

Tag correlati: #depalo#kosmondo#merkel#ue

Il bivio è strategico e investirà il prossimo ventennio ben al di là delle singole dinamiche partitiche. E'iniziata la parabola discendente della Cancelliera Angela Merkel, quindi sta nascendo una nuova Europa

Stando alle rilevazioni dei cittadini tedeschi e delle regionali che si celebreranno tra qualche giorno sembra di sì.

Il 48% dei cittadini teutonici non sono soddisfatti dall'adeguatezza della Cancelliera. Il motivo? Le sue policies aperturiste sui migranti, la difficile convivenza nella Grande Coalizione (GroKo) con Csu e socialisti, il rischio che l'accoglienza in massa di profughi già formati possa avere indotto i tedeschi a sentirsi scavalcati.

I nazionalisti di Alternativa per la Germania potrebbero superare il 20%, con la Cdu che veleggia al suo minimo storico.

Lo scenario allora? Innanzitutto il pragmatismo tedesco pensa a limitare i danni in caso di “pioggia intensa”. E ha allertato l'ex ministro delle finanze e attuale presidente del Bundestag, l'austero Wolfgang Schaeuble, a tenersi pronto in caso di crisi di governo (il tutto mentre Mario Draghi va a scadenza nella Bce e Parigi scalda il nome di Christine Lagarde).

Potrebbe essere lui a dover reggere le sorti come Cancelliere-ponte in attesa di nuove elezioni. Ma molto più in generale sembra spezzato il filo che ritraeva Merkel come regina incontrastata d'Europa a cavallo tra oriente e occidente.

Per quali ragioni?

Al primo posto il ragionamento sui limiti dell'Ue, sulle sue contraddizioni (interne ed esterne), sulla composizione della Commissione, troppo spesso afona dinanzi a sfide significative come le crisi in Libia e Siria (che di fatto hanno sancito l'impalpabilità di lady Pesc), sul dialogo tra cittadini, imprese e stati.

Si sente spesso ripetere “Europa delle Nazioni contro Europa dei burocrati”. E'davvero solo quella la nuova frontiera da perseguire? Che la burocrazia in quanto tale sia un freno a mano credo sia evidente a tutti, europeisti ed euroscettici.

Il nodo è come avere davvero le stesse chanches senza che un player si erga a fagocitatore del destino di tutti gli altri. O quantomeno immaginare che anche altri possano emergere...

Le regole valgono perché siamo una famiglia, ripeteva ieri Valdis Dombrovskis a proposito di parametri e impegni italiani. Ma comunque siamo in presenza di una famiglia dove soltanto uno pasteggia a caviale e champagne (anche grazie ad un surplus di bilancio costante) mentre gli altri fanno i conti con le proprie deficienze strutturali (come il debito pubblico italiano) e la corsa all'austerità che blocca la ripresa.

E allora come uscirne?

Una base di partenza sarà la strada he accompagnerà gli stati membri al rinnovo dell'europarlamento del prossimo maggio. Se programmi, proposte e visioni saranno più forti di slogan, fake e insulti allora si potrà lavorare per riformare davvero una macchina che va a due cilindri.

Contrariamente, e con un sistema Commissione-Parlamento che presenta ancora la vergogna della doppia sede a Strasburgo (esosa e ingiustificata se non per il narcisismo di qualche burocrate transalpino), sarà buio pesto.

Non solo sull'Ue in quanto tale ma su tutto il vecchio continente.

 

twitter@ImpaginatoTw