E adesso cominciano a ribellarsi anche i circoli. La sconfitta delle amministrative ha fatto saltare il tappo e gli effetti si sentiranno alla Direzione regionale del Pd convocata per oggi. La prima a prendere carta e penna e a scrivere è la segretaria Democrat di Francavilla, Monica Di Battista, che mette in discussione le scelte e le strategie del segretario Marco Rapino, soprattutto dopo il risultato delle amministrative.
“Dopo l’eclatante sconfitta delle amministrative 2017 il Circolo di Francavilla al Mare del Pd liberamente esprime, senza alcuna remora o reticenza, la sua insoddisfazione verso l’operato e la gestione dei quadri dirigenti abruzzesi del Partito Democratico. Infatti, sono cadute nelle mani del centro-destra piccoli e grandi comunità, da tempo aree del centro-sinistra. La causa di ciò è da ricercare, secondo noi, in diversi fattori. Il primo risiede nell’assenza di strategia politica da parte delle segreteria regionale di Marco Rapino e di quelle provinciali: come non rimanere scioccati dopo la debacle dell’Aquila, su cui il Presidente Regionale Luciano D’Alfonso e lo stesso ex-sindaco Massimo Cialente hanno espresso, seppur timidamente, la necessità di una riflessione critica”.
E poi l’affondo: l’appiattimento totale rispetto ai vertici. Continua la Di Battistasottolineando che
“questa insufficienza politica, priva di visione a lungo termine, è stata prodotta da un modus operandi interno, atteggiamento nefasto per il Partito, ovvero la fedeltà indiscussa e acritica al riferimento verticistico. Ci stiamo avviando, sembrerebbe, verso il fallimento del “renzismo” e di quello “abruzzese”, per cui vediamo la necessità di cambiare rotta, tornare alla “sana politica”.
Ma il malessere diffuso dei circoli e della base e’ prodotto anche da altro: dalla mancanza di dialogo, di autonomia. In una parola, dal controllo a cui sono sottoposti i circoli.
“E qui arriviamo alla seconda grande causa della debacle del nostro Partito Democratico in Abruzzo: la sana politica non può andare d’accordo con il controllo dei circoli comunali – rincara Di Battista – con il meccanismo improduttivo della supervisione dall’alto, da parte delle direzioni provinciali regionali e nazionali, nei confronti delle sedi cittadine. Questo controllo si attua attraverso sottogruppi interni, veri e propri feudi elettorali di amministratori provinciali e regionali che spesso si riposizionano nei loro percorsi e profili ideologici per auto-conservare la carica”.
Marco Rapino
Manca il dialogo, manca il confronto dentro il Pd: tema questo più volte sollevato anche dalla parlamentare Pd Maria Amato.
“Lo schiaffo, il nostro Partito, l’ha preso forte, ma noi non vogliamo mettere alla berlina la nostra comunità e identità culturale progressista. Vogliamo che chi ha sbagliato si assuma le proprie responsabilità. Ci sentiamo parte attiva di questo partito e chiediamo di essere ascoltati; è da mesi che inviamo documenti di critica alla segreteria regionale e a quella provinciale teatina guidata da Chiara Zappalorto, ma nessuna risposta, nessun incontro, nessuna discussione è stata avviata”.
Che fare? Il circolo che ha dato il via alla protesta chiede che al vertice del Pd vengano elette nel partito
“personalità politiche capaci di tessere intorno a loro gruppi di lavoro e non servilismi beceri, donne e uomini che ci rappresentino ascoltandoci e non controllandoci”
Parole pesanti, sconfessioni a largo, larghissimo raggio. Una denuncia che ora potrebbe estendersi a macchia d’olio agli altri circoli Democrat della Regione.
Ps: E oggi, alla direzione regionale, la prova del nove. Anche perché al momento, la maggioranza regionale non ha più i numeri per governare. E qualcosa la direzione dovrà dire.