Chi si schiera (e perché) per la bretella Roma-Pescara


Salutari rischia di tirarsi addosso le ire degli ecologisti oltranzisti e dei sindaci Peligni che temono di rimanere isolati da questo progetto


di Maria Trozzi
Categoria: ABRUZZO
03/09/2018 alle ore 09:09

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Appena si rimetterà, organizzerà un tavolo per riprendere il discorso sulla bretella, proprio quella che da Roma a Pescara avrebbe fatto guadagnare circa 30 minuti ai viaggiatori sull'autostrada gestita da Strada dei Parchi che il costruttore Carlo Toto, cogestore dei tronconi, desiderava ammodernare con una variante che non piaceva ad alcuni sindaci e agli ambientalisti.

Il No alla bretella era per i nuovi tunnel da sprofondare in un'area protetta: "Appunto, come il traforo del Gran Sasso realizzato in area Parco" fa notare il sindaco di Castelvecchio Subequo, Pietro Salutari, alla luce del cedimento del ponte di Genova riflette sulla proposta.

E osserva: "Va riconsiderato il progetto della variante".

Salutari rischia di tirarsi addosso le ire degli ecologisti oltranzisti e dei sindaci Peligni che temono di rimanere isolati da questo progetto. "Anch'io mi ero reso disponibile per chiedere alla società di costruire una bretella verso Sulmona”, spiega il primo cittadino.

Una superstrada che renderebbe più spedito il percorso per arrivare al casello e magari d'allungare verso Pratola Peligna (Aq). Vorrebbe dire rottamazione dei viadotti Peligni e di Pietrasecca oggi ingegneristicamente inconcepibili, con punte di altezza di 80 metri.

"L'eventuale tracciato alternativo dà maggior sicurezza e non è un discorso da limitare alla valle Peligna o al Subequano. Viaggiamo ora su una infrastruttura che ha già la sua età in un territorio ad alto rischio sismico con inverni spesso rigidi e disastrosi - domanda Salutari - Chi non ha mai avuto problemi a passare su quei viadotti con neve e maltempo? Da non sottovalutare poi gli interventi necessari solo a stemperare pendenze e raggi di curvatura da brivido. Rischiamo troppo per ritrovarci alla fine un'autostrada obsoleta che non garantisce un futuro".

Andare oltre, dice il primo cittadino, considerare anche l'opportunità che si attraggono investimenti sui territori se è più agevole raggiungerli. "Nell'incontro che organizzai, tempo fa sul progetto, molti sindaci si trovarono d'accordo con noi. Tra questi i sindaci di Chieti, Scafa, Manoppello e molti amministratori dei Comuni della Val Pescara e della Marsica che oggi vorrebbero portare avanti l'idea per lo sviluppo dell'intero Abruzzo. Faremo altri studi e chiederemo un approfondimento dei progetti, modifiche e variazioni, al tavolo inviteremo anche le associazioni ambientaliste per discutere con loro sulle eventuali criticità, magari superando strumentalizzazioni e logiche che di fatto negano futuro persino all'Ambiente. Una variante nuova, rispetto ad una infrastruttura oggi già vecchia, significa collegarsi in sicurezza con Pescara, la Marsica e Roma”.

E spiega: “Significa lavoro per le aziende impegnate a realizzare la variante e sviluppo futuro, significa stare davvero a due passi da Roma con percorsi più veloci e tempi ridotti che porteranno giovamento ai traffici commerciali della costa e tanto altro turismo, mare e monti. Saremo facilmente e rapidamente raggiungibili in una Regione che oggi è da terzo mondo".

 

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