«La vicenda Moro è molto complessa, si è sviluppata in varie fasi della storia italiana del dopoguerra e uno degli errori che a mio modesto avviso vengono commessi quando si ricostruisce tale vicenda è trattare il caso alla stessa stregua di un episodio di cronaca nera».
Così a Impaginato.it Giovanni Fasanella, a margine della presentazione del suo ultimo libro a Chieti presso la Libreria De Luca.
Il libro ricostruisce il caso Aldo Moro avvenuto nei cosiddetti “anni di piombo”, sulla base di informazioni e testimonianze raccolte nei quarant’anni di ricerche dell’autore. Tutte le informazioni raggruppate sono state poi confrontate con fonti bibliografiche, storiografiche e anche con documenti d’archivio di Stato britannici e americani.
Perché è un puzzle il caso Moro? Secondo Fasanella «dopo anni di ricerche e testimonianze raccolte, il quadro che viene fuori offre risposte ad alcune domande fondamentali: perché Moro venne sequestrato e assassinato, quale era la sua politica, quali interessi urtava tale politica e come reagirono gli interessati, infastiditi dalla politica morotea».
Che cosa è emerso dagli studi effettuati? «Ciò che è emerso si basa sull’analisi di documenti d’archivio, fonti di primissima mano quali gli archivi di Stato inglesi e americani. È venuto fuori che non solo Moro aveva disturbato interessi americani e sovietici per via della sua apertura al partito comunista, ma aveva anche e direi soprattutto, perché questo è un aspetto sempre trascurato dalle ricostruzioni della vicenda Moro, disturbato attraverso la sua politica mediterranea, energetica e terzomondista, gli interessi neocoloniali dei due grandi imperi dell’800 e del ‘900, la Gran Bretagna e la Francia. Dai documenti emerge con estrema chiarezza che il Governo inglese preparò e attuò dei piani clandestini, coperti, segreti, illegali contro la politica morotea in Italia».
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