Ballottaggio, L'Aquila è la linea del Piave del Pd. L'astensionismo può favorire il centrodestra


Il capoluogo di regione si conferma laboratorio politico nazionale per le segretarie dei partiti


di Maria Elena Cosenza
Categoria: ABRUZZO
24/06/2017 alle ore 11:32



Oltre quattro milioni di italiani ancora chiamati al voto. Dopo il primo turno dello scorso 11 giugno domani si aprono nuovamente le urne dalle ore 7 alle ore 23 per il ballottaggio in 111 comuni, tra i quali tre capoluoghi di regione Catanzaro, Genova e L’Aquila. Ma anche Avezzano, Martinsicuro e Ortona, altre piazze importanti per l’Abruzzo.

L’attenzione però è tutta sul capoluogo a cui guarda con enorme interesse la politica nazionale. Ed in particolare il Pd che all’Aquila è quasi sicuro di vincere mentre altrove, anche nella roccaforte di Genova, non esiste alcuna certezza. Anzi.

Per il Nazareno la candidatura di Americo di Benedetto è la linea del Piave: potrebbe essere l’unico a vincere. E di questo Di Benedetto è pienamente consapevole. “E’ una grande responsabilità” dice a impaginato.it, l’aspirante candidato che ieri sera ha chiuso la campagna elettorale ad Arischia una delle frazioni più colpite dal terremoto.

Per lui, quasi stremato da una galoppata durata quattro mesi, è fondamentale riportare alle urne per l’ennesima volta i suoi sostenitori. Chiamati prima a esprimersi alle primarie, poi al primo turno e domani al ballottaggio. Il nemico, si capisce dall’appello finale, è per Di Benedetto l’astensionismo che potrebbe danneggiare lui più dell’avversario di centrodestra Pierluigi Biondi.

Un nemico temibilissimo per chi come Di Benedetto ha sfiorato la vittoria al primo turno con il 47 per cento dei voti rastrellati anche grazie alle nove liste che lo sostengono. “Il rischio che tanti aquilani non vadano a votare è alto. Molti andranno al mare date le temperature”.

Guarda al dato dell’astensionismo anche Biondi, convinto che si recherà a votare meno gente rispetto al ballottaggio del 2012. Dove il candidato di Forza Italia non era neppure arrivato perché il centrodestra si era presentato in ordine sparso. “L’Aquila è un laboratorio per noi. Non a caso Silvio Berlusconi lo ha capito e ha deciso di metterci la faccia. Non si può dire lo stesso di Renzi che per il mio avversario Di Benedetto ha deciso di non fare lo stesso. Sarebbe stato troppo ingombrante e divisivo per una coalizione che tiene insieme un po' di tutto” dice Biondi ad Impaginato.it che ha decidere di tenere l’ultimo comizio, ieri sera, a Coppito.

“Renzi sarebbe stato troppo ingombrante per un candidato che tiene insieme molti pensieri diversi, avrebbe rotto equilibri che nel centrosinistra sono già precari “ dice Biondi snocciolando i nomi dei principali padrini di Di Benedetto. A parte la senatrice Stefania Pezzopane, nessuno dei maggiorenti dem in città, a partire dall’ormai ex sindaco Cialente, è di stretta osservanza renziana, fa notare con un filo di malizia.

Lui invece, che in molti alla vigilia davano senza alcuna speranza di vittoria, è fiducioso. Al primo turno ha incassato il 36 per cento dei voti e dal giorno dopo ha cercato di gettare ponti con l’elettorato che aveva puntato sui candidati esclusi dal ballottaggio. Dove si presenterà sulla carta, forte di un’eredità di 13.903 voti contro i 18.359 presi l’11 giugno da Di Benedetto. Domani sarà dunque una guerra all’ultimo voto.