Abruzzo, mancano i fondi per studiare impatto cambiamenti sul mare. A secco piattaforma Posidonia


Mazzocca: al lavoro su piano regionale ai cambiamenti climatici


di Silvia Grandoni
Categoria: ABRUZZO
23/06/2017 alle ore 16:49



Precipitazioni e siccità. Caldo o freddo eccessivi (con conseguente impatto sul ciclo dell’acqua e sull’agricoltura). Erosione delle coste. Ma anche diffusione di malattie respiratorie. Sono alcune delle conseguenze del riscaldamento globale. Individuare misure che contribuiscano a sviluppare e migliorare le capacità del territorio e delle comunità ad adattarsi agli stravolgimenti del clima rappresenta l’azione cardine per la minimizzazione degli impatti climatici su base locale. Ed è per questo – ha spiegato il sottosegretario alla regione Abruzzo, Mario Mazzocca insieme alla dirigente del servizio Politiche energetiche e qualità dell’aria, Iris Flacco- che l’amministrazione regionale, al fine di recepire la Strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici e le indicazioni europee in tema di clima ed energia, ha approvato, con DGR 308/2015, il documento programmatico propedeutico relativo alla redazione del Piano di Adattamento ai cambiamenti Climatici (PACC) regionale.

Peccato però che questo piano non abbia potuto tenere conto di un dato fondamentale, quello relativo allo stato del mare. In realtà lo strumento che consentirebbe ai ricercatori delle università abruzzesi di avere un laboratorio unico in Europa in grado di monitorare acqua e aria ci sarebbe- afferma Piero Di Carlo, professore all’Università “G. D’Annunzio” Chieti-Pescara . Si tratta di quel patrimonio infrastrutturale a 5 km dal porto di Pescara, la cosiddetta piattaforma Posidonia, finora mai pienamente utilizzata, che lo stesso Mazzocca in passato definì una “eccellenza mondiale attorno a cui possono nascere diverse attività di ricerca nel campo dell'atmosfera, del mare, della biologia marina, delle scienze della terra”. Attività che potrebbero avere innegabili riflessi positivi sulla strategia di adattamento ai cambiamenti climatici, ma per le quali “oggi non ci sono fondi sufficienti”- spiega il sottosegretario.

I dati sull’evoluzione del clima in Abruzzo negli ultimi 60 anni sono stati illustrati questa mattina nella sede pescarese della regione. Grazie infatti all’utilizzo della rete regionale (costituita già dalla fine del 1800) da oltre 180 stazioni meteo-pluviometriche, si è giunti all’acquisizione di dati continuativi dal 1960 su una quarantina di aree. Sono stati individuati dati relativi alla temperatura e alle precipitazioni di tutte le stazioni dell’idrografico regionale, sulla portata dei fiumi, sulla frequenza degli incendi, sulla biodiversità montana. E sono stati stilati, settore per settore, tutti gli obiettivi e le ‘sfide’ climatiche.

“Oltre alla raccolta dei dati storici- prosegue il sottosegretario alla presidenza della Giunta regionale- è in corso lo studio degli indicatori climatici in sinergia con i tavoli interregionali e ministeriali e i tavoli europei ed internazionali. E nelle prossime settimane -anticipa Mazzocca- la Regione convocherà un incontro con tutti i sindaci per coordinare le attività di aggiornamento dei piani di azione per l’Energia Sostenibile (PAES) in raccordo con le attività del PACC e al fine di condividere le azioni da porre in essere per la necessaria innovata gestione del territorio”.