Suggerimenti avvinati per la sopravvivenza al pranzo di Pasqua


Fermenti, lievitazioni e attese hanno incontrato la maestrìa di mani che hanno trasformato materie prime in piatti succulenti


di Samuela Palatini
Categoria: Avvinato
03/04/2018 alle ore 10:10

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Da Vasto a Martinsicuro, da Pescara a L'Aquila, sono giorni di fermento nelle cucine d'Abruzzo. Si celebrano le festività Pasquali e si celebra il rito della rinascita a nuova vita. Consuetudini pagane si sono fuse con la religione affinché ci si possa trovare, una volta in più, attorno ad una tavola a celebrare con il cibo, la resurrezione del Cristo.

Allora, che si tratti di Fiadoni, di Pizza di Pasqua, di Mazzarelle, Timballo di frittelline, Chitarra con le pallottine, Brodo di cardone, Agnello cace e ova, Agnello al forno, Pupa e Cavallo o Pizza Dogge, ovunque c'è stata la cura della preparazione. Fermenti, lievitazioni e attese hanno incontrato la maestrìa delle mani che hanno trasformato materie prime in piatti succulenti, restituendo nuova vita agli ingredienti.

Per quanto moderni e attenti siamo diventati, alcuni capisaldi del nostro vivere restano fermi, e uno di questi, se si è nati al di sotto del fiume Tronto, è certamente il Pranzo in Famiglia. Se si può sfuggire nelle settimane qualunque, quelle delle feste: no. In quei giorni si torna al paese. Raccontato spesso in numerose pellicole, il rituale della tavola grande imbandita a festa, resta comunque un confortante mix di terrore. Gli incontri (e talvolta gli scontri) con i familiari che si rivedono solo nelle grandi occasioni, rappresentano comunque la ragione predominante per cercare vie di fuga alternative che, normalmente diventano uno dei buoni propositi per l'anno successivo.

A questi momenti di panico indotto, esiste però, a mio parere, un sano antidoto: calibrare un buon calice di vino.

Visto che pur mantenendo una originalità del tutto casalinga, molti dei menù della domenica di Pasqua si somiglieranno, provo a suggerire una serie di vini da accompagnare al pranzo, come in viaggio di gusto.

Partirei con una bollicina brut, un metodo classico tutto artigianale, prodotto a Tocco da Casauria (Pe) da un appassionato e attento amante del genere, Majual di Fausto Zazzara. Uno spumante di passerina, la bollicina elegantemente ruvida, solleverà il palato da un classico antipasto di salumi, formaggi e uova.

Proseguirei con un bianco, ma con un corpo importante per affiancare un primo ricco e succulento e penserei allo Chardonnay colline Pescaresi Pan delle Storiche Cantine Bosco di Nocciano (Pe). Il passaggio in legno matura i profumi senza esasperarli, rendendolo un perfetto connubio con i sostanziosi primi piatti che solitamente ci “radicano” al tavolo.

Per il secondo che sia il classico agnello, cotto nelle più svariate modalità o altro tipo di carne, non posso non pensare ad un buon Montepulciano d'Abruzzo che in quasi ogni declinazione diventa il perfetto compagno di pranzo, suggerirei Divus di Ciavolich a Loreto Aprutino (PE), con le classiche note di frutta rossa stramatura e i sentori di liquirizia e pepe nero.

Ad accompagnare i dolci, che sia la classica Pizza Dogge o una profumata Pizza di Pasqua ricca di anice e canditi, o un buon pezzo di cioccolato dell'uovo, vedrei molto bene il Rosso della Cattedrale di Faraone Vini di Giulianova (Te), prodotto da uve di montepulciano passite e lavorato secondo il metodo solera (consiste riempimento delle botti in legno poste a capo di una piramide ogni anno, queste successivamente vengono travasate ai livelli inferiori, fino a raggiungere le botti poste alla base della piramide che saranno, quindi, piene di vini di diverse annate e dalle quali sarà estratta la quantità destinata al consumo), questo vino senza essere stucchevole, ricorda i profumi dolci dei canditi, dell'amarena e delle spezie.

Sarà una Pasqua di rinascita per tutti, perchè sopravviveremo incolumi ai parenti, ai pranzi interminabili e lo faremo armati i un calice... Avanti miei prodi Avvinati! Auguri e... bevete bene!

 

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