L'eleganza del Nero Inchiostro


Il vitigno che questa volta non è autoctono, ma è un Merlot, viene allevato in biologico e ha trovato nei terreni a medio impasto sabbioso


di Samuela Palatini
Categoria: Avvinato
26/02/2018 alle ore 16:00

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In un momento in cui il vintage fa tendenza, dovrei sentire la mia passione per le “cose vecchie” completamente appagata, invece non sempre è così. Anche nell'invecchiare infatti, vado disperatamente alla ricerca di una autenticità che certifichi un vissuto e di qualcosa che meriti d'essere davvero raccontato.

Vivere in un territorio punteggiato di borghi abbandonati, con una natura tanto generosa quanto austera, forse mi ha condizionata e suppongo sia per questo che quando incontro un muro in mattoni, un vecchio baule o un qualsiasi oggetto che le nostre soffitte conservano, mi capita di immaginare la vita che c'è girata intorno quando erano nel pieno della loro utilità. Così succede pure con i libri, quando li incontro dai rigattieri, dagli antiquari o nelle biblioteche, le edizioni quelle più vecchie e un po' ingiallite, mi sembrano sempre che conservino una maggiore levatura, immagino quante volte siano stati sfogliati, accantonati, penso semmai qualcuno vi abbia trovato sollievo, conforto o guida.

Quelle pagine che ritrovo un po' rigide con l'inchiostro talvolta addensato, hanno per me una potente forza evocativa e sono certa che chiunque ne abbia esperienza, chiunque ne conosca l'odore e sentito lo spessore tra le mani, abbia coscienza della sensazione che tento di descrivere.

L'autorevolezza, il garbo e lo stile, così come il potere evocativo, sono elementi che caratterizzano gli oggetti d'antiquariato come i vini, ed è forse per questo che il tempo, nei casi migliori, ne accresce il valore.

Elegante, austero e decisamente di corpo è il vino che mi sono trovata nel calice un freddo pomeriggio di febbraio. Rosso rubino impenetrabile, con sensazioni olfattive che ricordavano il sottobosco umido dei giorni autunnali, sentori di bacche selvatiche, more e sfumature erbacee. Il sorso presenta tannini ancora piacevolmente percettibili, in equilibrio con la morbidezza e l'alcolicità, per un vino che disarma e colpisce per armonia e stile.

Il vitigno che questa volta non è autoctono, ma è un Merlot, viene allevato in biologico e ha trovato nei terreni a medio impasto sabbioso, degna espressione del suo potenziale, dopo anni di sacrifici e tentativi. Ad ingentilire ed arricchire questo nettare, c'è sicuramente il lavoro del legno, nel quale è lasciato affinare per circa 18 mesi.

Il vino è Inkiostro 2013 di Valori. L'azienda di dimensioni piuttosto ridotte, è sotto la guida di Luigi Valori e si localizza nel territorio compreso tra i comuni di Controguerra e Sant'Omero (nel pieno territorio del Colline Teramane, al quale dà nobilmente un suo contributo anche con il Montepulciano d'Abruzzo). Come ogni rosso accompagna egregiamente piatti di carne, ma vista la territorialità, mi sentirei di affiancarlo anche ad un “agnello cacio e ova”.

Un vino così, si presta ad un lungo invecchiamento, ma si sa che l'eleganza, quella vera è come un abito, nero e lucido come l'inchiostro...e non passa mai di moda.

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