Stop a ristoranti e locali dalle 18, limitazione degli spostamenti consigliata, chiuse palestre


Nuovo DPCM del 25 ottobre, ecco cosa prevede


di Redazione
Categoria: ITALIA
25/10/2020 alle ore 12:58



Arriva la conferma della firma del nuovo DPCM voluto dal Governo, il cui testo è disponibile di seguito, con cui si introducono ulteriori norme per limitare la diffusione del coronavirus.

Il premier Conte ha deciso di intervenire con un altro provvedimento restrittivo che, dopo diversi scontri con le Regioni, è stato firmato nella notte di domenica 25 ottobre ed entrerà in vigore da domani.

Le nuove misure, che spaziano dalla chiusura di palestre e piscine allo stopper locali e ristoranti alle ore 18, fino ad arrivare alla forte raccomandazione di evitare spostamenti non necessari, secondo il testo saranno valide a partire da lunedì 26 ottobre e avranno durata fino al 24 novembre.

1) Bar e ristoranti chiusi dalle 18

Secondo il testo del nuovo DPCM, “le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie) sono consentite dalle ore 5.00 fino alle 18.00; il consumo al tavolo è consentito per un massimo di quattro persone per tavolo, salvo che siano tutti conviventi”.

Un anticipo sull’orario massimo di chiusura di ben sei ore rispetto a quanto previsto nell’ultimo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, una decisione che avrebbe l’obiettivo di scongiurare con maggiore forza i rischi nati dagli assembramenti in fascia oraria serale, soprattutto tra i più giovani.

Rimane consentita la ristorazione da asporto entro la mezzanotte, ribadendo il divieto di consumare nelle vicinanze del locale; confermati anche, se nel rispetto delle regole igienico-sanitarie, i servizi di consegna a domicilio. 

Dalle 18 non sarà più possibile il consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici e aperti al pubblico.

2) Scuola, aumenta al 75% la didattica a distanza

Viene scongiurata l’eventualità di una chiusura totale delle scuole. Il nuovo DPCM va tuttavia ad istituzionalizzare una didattica a distanza pari almeno al 75% per le scuole superiori, mentre per tutte le altre (asili nido, scuola materna, elementari e scuole medie) prosegue la didattica in presenza.

3) Coprifuoco dalle 21 in alcune piazze

Il premier Conte si trova nella situazione di limitare, per quanto possibile, assembramenti e luoghi di incontro in occasione dei quali il virus si diffonde con maggior facilità. Ed è proprio durante la sera, in occasione di incontri tra amici e conoscenti, che i giovani potrebbero abbassare la guardia.

Così, nel testo del nuovo DPCM si legge come “delle strade o piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento, può essere disposta la chiusura al pubblico, dopo le ore 21,00, fatta salva la possibilità di accesso, e deflusso, agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private

4) Palestre e piscine chiuse

Tramite il nuovo DPCM il Governo Conte impone anche la chiusura totale di palestre e piscine, insieme a “centri natatori, centri benessere, centri termali e stazioni sciistiche”.

La decisione, tuttavia, non è da leggere come una chiusura totale allo sport da parte di Palazzo Chigi. Infatti, se svolta presso centri e circoli sportivi nel rispetto delle norme igienico-sanitarie, l’attività sportiva rimane consentita.

Rimane vietato lo sport di contatto e l’attività sportiva dilettantistica di base.

5) Chiusi teatri, cinema, casinò e sale giochi

All’interno del nuovo DPCM vengono sospese anche “le attività di sale giochi, sale scommesse e sale bingo e casinò. Sono sospesi gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche e in altri spazi anche all’aperto”.

6) Spostamenti limitati

Il premier Conte, contrariamente alle anticipazioni degli ultimi giorni, sembrerebbe voler aspettare prima di procedere con una limitazione categorica degli spostamenti tra Comuni e Regioni.

E così sul testo del nuovo DPCM si legge che «è fortemente raccomandato a tutte le persone fisiche di non spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, in un comune diverso da quello di residenza, domicilio o abitazione, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi e non disponibili in tale comune».

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