Non vogliamo morire affamati e privi di libertà



di Jacopo D'Andreamatteo
Categoria: Punture di Spillo
17/10/2020 alle ore 12:08



Ritengo necessario avvertirvi che in questo articolo, come e più che mai, verrà fuori il mio amore smisurato per la libertà, più di ogni altra cosa.

Ho letto ieri la rubrica CapoVerso (rubrica innocente) che viene ospitata da questo giornale e che ogni volta mi incuriosisce e fa riflettere, il fine ultimo di ogni scritto, giornalistico e non.

Ma questa volta sono d’accordo parzialmente. Bene le ricette per contenere l’espansione del virus incentivando (rectiusobbligando) il lavoro a distanza o smartworking, per tutte quelle attività e professioni che meglio si adattano ad un modo di lavorare così alternativo. Scontato sarebbe stato e tutti noi ce lo aspettavamo, intendo l’aumento delle corse di tutti i mezzi pubblici, nelle grandi città ma anche nelle piccole città, come i capoluoghi di provincia abruzzesi. Ciò non è avvenuto, la lungimiranza, oltre i due giorni, non appartiene ai politici che abbiamo eletto, anche questo direi che è assodato.

Altrettanto semplice, rischiando anche le ire della Azzolina, la quale non credo rimpiangeremo quanto il ministro dell’istruzione Giovanni Gentile - la sua militanza fascista non posso che biasimarla - sarebbe stata la scelta di iniziare l’anno scolastico, per le ultime classi delle superiori, con la didattica a distanza. I 16enni sarebbero in grado di insegnare ai docenti l’utilizzo di pc e di ogni aggeggio informatico. È la generazione nativa digitale, non dimentichiamolo.

Invece, non ho per nulla condiviso l’invito ad una chiusura generalizzata di ogni attività produttiva e commerciale poiché sarebbe semplicemente il colpo mortale ad un’economia italiana che stenta anche solo a riprendersi dal recente lockdown. Il Governo, dai dicasteri dell’economia a quello del lavoro e delle politiche sociali, non credo sarebbero in grado di sostenere i datori di lavoro e i lavoratori tutti, le casse piangono e le figuracce dell’Inps, tra click day e bonus 600 euro, sono di un recente passato.

L’imprenditore non può essere costretto a chiudere perché considerato l’untore, sono stati stilati protocolli, ampi e fumosi, i quali impongono severi controlli e procedure. Cos’altro si può chiedere a chi ogni mattina si sveglia e alza la serranda sapendo che dovrà lavorare almeno metà giornata per pagare tasse e gabelle varie?

Morire affamati e privi di libertà non credo sia un futuro auspicabile. E poi come diceva Margaret Thatcher “Non ci può essere libertà se non c'è libertà economica” e da queste parti la libertà la amiamo più di ogni altra cosa.